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“Un giorno senza di noi”: oggi scendono in piazza gli immigrati

Da Trieste a Catania, da Alessandria a Nuoro: lo sciopero degli immigrati coinvolgerà tutto il Paese. Le piazze si tingeranno di giallo, colore scelto per la sua neutralità.
A cura di Alfonso Biondi
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Protesta degli immigrati

Oggi, 1° marzo, molte piazze italiane si tingeranno di giallo per lo sciopero degli immigrati. L'iniziativa, voluta da un gruppo di comitati e associazioni, prende il nome di "Un giorno senza di noi": un giorno senza colf, braccianti, operai, un giorno per ribadire che i 4,5 milioni di stranieri che lavorano in Italia sono una risorsa preziosa per il nostra Paese. L'appuntamento è giunto alle terza edizione. I manifestanti scenderanno in piazza indossando indumenti di colore giallo, simbolo della neutralità del movimento. La novità di quest'anno, però, è rappresentata dalla distribuzione di un copri passaporto (scaricabile dal sito del comitato) che riporta il primo e l'ultimo articolo della Carta mondiale dei migranti sulla libera circolazione delle persone.

Manifestazioni in tutt'Italia- Le mobilitazioni degli immigrati hanno preso il via sin dal mattino e riguarderanno moltissime città. A Roma, davanti alla "breccia di Porta Pia" è stato esposto uno striscione con su scritto “150 anni di Unità: razzismo, sfruttamento, precarietà". Oggi pomeriggio, invece, l'appuntamento è in piazza dell’Esquilino,  dove è previsto un sit-in. A Palermo la protesta andrà in scena in nome di Noureddine Adnane, il giovane ambulante marocchino che si è dato fuoco perché non gli veniva concesso di lavorare. Un corteo è previsto anche a Rosarno, simbolo, due anni fa, delle rabbiosa protesta degli immigrati.

Le richieste degli immigrati- Le richieste alla base della mobilitazione degli immigrati sono molteplici. Si incrociano le braccia per l'abrogazione della legge Bossi-Fini sull'immigrazione, per la cancellazione del contratto di soggiorno per lavoro, per la chiusura di tutti i Centri di identificazione italiani ed europei, per il riconoscimento immediato della cittadinanza italiana ai bambini che nascono in Italia; per ribadire la propria contrarietà al permesso a punti e alle nuove imposte sul rinnovo del permesso di soggiorno; per una regolarizzazione generale di chi non ha un permesso di soggiorno.

Le edizioni degli altri anni- Le passate edizioni dello sciopero (2010 e 2011) sembrano non aver funzionato chissà quanto. E i motivi sono diversi. I sindacati, ad esempio, non hanno voluto né potuto indire uno sciopero su base etnica; i lavoratori immigrati, dal canto loro, lavorano spesso in nero, ragione che li rende facilmente ricattabili da parte del datore di lavoro; gli immigrati, infine, sembrano avere molte difficoltà a muoversi come un "corpo compatto". Le iniziative del 2010 e 2011, però, non sono state da buttar via, anzi. Le manifestazioni in realtà locali sono state molte e la copertura mediatica non è certamente mancata.

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