“Un attimo di distrazione e mi hanno rubato i soldi”: una vittima spiega come funziona la truffa del bancomat
"A gennaio di quest'anno mi hanno rubato dei soldi a uno sportello bancario. È accaduto tutto molto velocemente. Dopo il furto, mi sono sentito molto solo". Inizia così il racconto del signor Fabio, 68 anni, che ha raccontato a Fanpage.it di essere stato vittima di una truffa presso uno sportello all'esterno di una banca.
Fortunatamente, il fatto si è concluso positivamente. Come ha spiegato la maggiore Daniela Nuzzo, comandante della Compagnia dei Carabinieri di Rho, i malviventi sono stati arrestati.
La storia di Fabio: "Dopo il furto, mi sono sentito molto solo"
"Ero andato a prelevare per la mamma, sono entrato ma all'esterno avevo già colto che c'era qualcosa che non andava. C'erano alcune persone che non mi sembravano dei clienti che dovevano prelevare. A un certo punto, mi si è avvicinato un signore, mi ha detto se poteva anche lui avvicinarsi allo sportello per prelevare e io gli ho detto cordialmente di sì", ricorda il 68enne.
"Ho inserito una carta ma era quella sbagliata, per cui quest'operazione è durata qualche minuto. Nonostante questo, la persona era sempre lì, di fianco a me. – prosegue – Dopodiché la cosa è stata tutta velocissima: ho sentito qualcuno dietro di me che mi toccava la spalla, mi sono girato e c'erano dei soldi per terra. Questa persona mi indicava di prenderli, dicendo che mi erano caduti".
Nel frattempo il bancomat erogava il denaro. "Mi sono distratto un secondo e quello vicino a me ha preso i soldi, senza sfiorarmi, mentre le persone che mi hanno distratto si sono scambiate. A quel punto, ho pensato a una mancata erogazione del denaro, sono entrato in banca e ho chiesto. Ma poi ho capito che c'era stato il furto. Sono corso fuori ma non c'era più nessuno".
Il signor Fabio ha raccontato di essersi sentito molto solo. "Mi guardavo intorno e non c'era nessuno. Ho chiesto in banca e non c'è stato nessun tipo di aiuto". L'uomo ha spiegato di aver deciso di fare subito denuncia perché gli è sembrata la cosa più utile da fare. "Ho detto: ‘Male che vada, non importano i soldi, ma qualcuno ne può beneficiare".
Il 68enne si è rivolto ai Carabinieri. "Ho trovato persone disponibili ad ascoltarmi, a consigliarmi. Fare denuncia rapidamente è stato importante, mi ricordavo tutti i particolari. – ha spiegato – Dopodiché sono state contattato per l'identificazione". E alla fine i malviventi sono stati presi.
I consigli dei Carabinieri contro le truffe
"Ormai le strategie di truffa sono fantasiose e subdole, diversificate e accurate. Fanno leva sulla sensibilità emotiva e sulla fragilità fisica delle vittime selezionate – ha spiegato a Fanpage.it la maggiore Daniela Nuzzo, comandante della Compagnia dei Carabinieri di Rho – È necessario essere sempre cauti. Il fenomeno è molto diffuso su tutto il territorio nazionale".
"Bisogna porre la massima attenzione, soprattutto quando si maneggia denaro contante. Diffidiamo di chi si avvicina con qualsiasi scusa, perché è la distrazione la prima leva per cadere in questa trappola delle truffe. I truffatori cercano di fare leva, in maniera anche affabile ma decisa", aggiunge.
Quando ci si trova in casa, il consiglio è sempre quello di non aprire mai agli sconosciuti. "Anche quando si vede un tesserino o una casacca che possa ricordare un operatore di forze di polizia. – precisa la comandante – Gli agenti agiscono in coppia, con uniformi e utilizzando mezzi di servizio, non chiedono mai denaro in contanti. La stessa cosa vale per operatori di aziende erogatrici di servizi pubblici. È raro che ci siano sopralluoghi non preannunciati".
La maggiore suggerisce anche di "chiedere sempre il motivo della loro presenza, di chiederlo più volte per prendere tempo e per capire se è reale o meno la motivazione del sopralluogo". E per qualsiasi dubbio è sempre valida l'opzione della chiamata al 112 o a un vicino di casa.
"Qualora il truffatore, e succede spesso, finga di conoscere il nominato di un congiunto, contattarlo in quell'istante o dire di farlo può essere un escamotage che in tanti casi ha disincentivato il truffatore a porre in essere la truffa stessa", spiega ancora Nuzzo.
Se si sospetta di essere vittima di una truffa o lo si è effettivamente, il consiglio della comandante è ovviamente quello di "denunciare subito, chiamare subito il 112. È fisiologico che una denuncia fatta con tempestività sia più ricca di dettagli, che questi siano anche più nitidi".
"L'Arma è impegnata quotidianamente in servizi di perlustrazione sia a piedi che con le auto di servizio. Quello che facciamo quotidianamente è un'azione di rassicurazione sociale, anche attraverso incontri nei circoli, nelle parrocchie, nelle varie associazioni. Descriviamo come avvengono questi tipi di truffe per instillare nella potenziale vittima il sospetto", aggiunge.
Come precisa Nuzzo, "non bisogna assolutamente vergognarsi o sentirsi in colpa per essere caduti in trappola perché questi gruppi criminali agiscono in maniera sinergica e strutturata. Quindi, denunciate, nelle nostre caserme c'è chi vi accoglierà con empatia, ascolto e un aiuto concreto".
"Di sicuro sono molto più diffidente adesso, ma devo ringraziare chi mi ha accolto perché, in effetti, l'ascolto da parte di chi ha raccolto la mia denuncia è stato importante. – assicura il signor Fabio – Sono tornato a casa ed ero tranquillo, ho pensato che qualcuno poteva fare qualcosa".