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Ultime notizie su Sara Pedri, ginecologa scomparsa a Trento

Un anno senza Sara Pedri, la famiglia pianta un albero per ricordarla: “Libera, Leggera, Per sempre”

Domenica 6 marzo presso il parco urbano di Forlì si è svolta la seconda iniziativa in ricordo di Sara Pedri, la ginecologa scomparsa il 4 marzo 2021 nei pressi di Cles (Trento). In mezzo alla natura è stato piantato un acero dalle foglie rosse come i capelli di Sara, con accanto una targa con un’epigrafe: “Ora Sara è Libera, Leggera, Luminosa. Per sempre”.
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L'albero in memoria di Sara Pedri, parco urbano di Forlì
L'albero in memoria di Sara Pedri, parco urbano di Forlì

"Ora chiunque voglia ricordare Sara e sentirsi più vicino a lei potrà venire qui". Così Emanuela e Mirella Pedri, rispettivamente sorella e madre di Sara Pedri, la ginecologa scomparsa il 4 marzo 2021 nei pressi di Cles (Trento).

Nei mesi precedenti la sua scomparsa, Sara era stata vittima di pesanti episodi di mobbing presso il reparto dell’ospedale in cui aveva da poco iniziato a lavorare, il Santa Chiara di Trento. A un anno dalla sua scomparsa (e molto probabilmente dalla sua morte) la famiglia ha organizzato due iniziative per ricordarla. La prima, il giorno dell’anniversario, venerdì 4 marzo presso la Chiesa di Villanova di Forlì.

Domenica 6, invece, familiari, amici, associazioni e istituzioni si sono dati appuntamento presso il parco urbano di Forlì, dove è stato piantato un albero le cui foglie, quando spunteranno, saranno rosse come i capelli della giovane. Sotto all’acero è stata posta una targa con una foto di Sara e un’epigrafe: "Ora Sara è Libera, Leggera, Luminosa. Per sempre".

"Il corpo ancora non si trova, ma ora abbiamo un posto in cui piangere la nostra Sara”, continua Emanuela. “Seppellire i propri cari è un bisogno intrinseco all’essere umano. Per piantare questo albero, che per noi rappresenta Sara, abbiamo scelto il parco urbano perché è un posto aperto al pubblico e neutro. Chiunque potrà venire qui, in totale libertà”.

Emanuela Pedri, sorella di Sara Pedri
Emanuela Pedri, sorella di Sara Pedri

All’evento hanno partecipato una cinquantina di persone tra amici e parenti della ginecologa forlivese, ma anche il sindaco di Forlì Gian Luca Zattini, l’assessora al Welfare e alla Famiglia Rosaria Tassinari, il Presidente dell’associazione Penelope nonché avvocato della famiglia Pedri Nicodemo Gentile e la vice presidente Marisa Degli Angeli Golinucci.

"Noi oggi siamo qui per ricordare Sara, ma anche per ribadire con forza che tragedie come queste non devono più verificarsi", ha detto Gentile intervistato da Fanpage.it. Secondo svariate testimonianze di colleghe e colleghi di Sara, la ginecologa sarebbe stata vittima di continui episodi di molestie sul lavoro che l’avrebbero fatta sprofondare – lentamente ed inesorabilmente – in un buco nero sempre più profondo, sino a farle perdere ogni fiducia in se stessa, così come la voglia di vivere. Secondo Gentile, all’interno del reparto di ginecologia del Santa Chiara di Cles si respirava “un clima da inquisizione".

"Non si può restare indifferenti di fronte alle testimonianze di professioniste affermate e mature che, nel raccontare quello che vivevano in quel reparto, scoppiano a piangere. Tra i singhiozzi, hanno parlato di un ambiente tossico e di vessazioni psicologiche pesantissime. Sara, che prima di iniziare quel lavoro, appena tre mesi prima, era una giovane donna solare e piena di energie, non ha retto l’onda d’urto".

"Avete presente un vulcano? Ecco, Sara era così", la descrive Silvia, amica dai tempi del liceo della ginecologa scomparsa.

Sara Pedri
Sara Pedri

Diversi presenti all’evento di questa domenica hanno letto una lettera per Sara. Tra queste, la madre della giovane, Mirella Sintoni: "Piantare un albero significa amare la vita, amare la natura, amare l’infinito, come hai amato tu, Sara. Anche quando nella nostra vita è scoppiato un uragano di dolore, da questo dolore è nato un seme e poi un albero, poi un altro seme e un albero. Così all’infinito. Ogni creatura è un essere finito che porta dentro di sé il desiderio dell’infinito. Voglio dire che Sara è vita perché è un albero e poi un seme e poi un albero. Sara è la vostra vita, la nostra vita, la mia vita".

Il processo contro l’ex primario del Santa Chiara di Cles, Saverio Tateo, e la sua assistente, Liliana Mereu, vedrà 21 parti offese (tra cui la stessa Sara) e 9 testimoni tra medici o ostetrici colleghi di Sara. La famiglia si sta battendo perché il processo si svolga a porte aperte così da garantire la presenza di istituzioni, giornalisti e sindacati. Il caso di Sara Pedri, infatti, assume una particolare rilevanza sociale in quanto il mobbing in Italia sembra essere un fenomeno tanto diffuso quanto poco denunciato. “Speriamo che il sacrificio e il dolore di Sara possano essere di aiuto ad altri e che questa tragedia inneschi un cambiamento che è necessario”, hanno dichiarato ancora Emanuela a Fanpage.it.

Nel frattempo, continuano le ricerche del corpo di Sara presso il lago di Santa Giustina, nei pressi del quale è stata ritrovata l’auto della donna un anno fa. L’arrivo della primavera dovrebbe agevolare i lavori che, sino ad oggi, non hanno portato ad alcun risultato.

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