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Umberto, il consigliere gay anti-arcobaleno: “Gli omosessuali ci sono anche nella Lega”

Umberto La Morgia è stato il più votato a Casalecchio di Reno (Bo) e dopo un mese dalle elezioni ha fatto coming out. “Nella Lega non mi sono mai sentito discriminato” assicura. Ma sui social è stato sommerso di insulti “dalla lobby gay: se non la pensi come loro e sei omosessuale ti accusano di omofobia interiorizzata”.
A cura di Beppe Facchini
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Punta ad un ruolo di vero rinnovatore, nel suo partito, la Lega, e non solo. Umberto La Morgia, 30enne di origine romana, è stato eletto alle ultime amministrative consigliere comunale a Casalecchio di Reno, vicino Bologna. Dopo circa un mese ha fatto coming out dichiarando pubblicamente la propria omosessualità e finendo, dopo un'intervista sul quotidiano La Verità, vittima di numerosi insulti per via delle sue posizioni politiche e soprattutto per le sue idee sulla famiglia tradizionale, l'unica esistente, a suo dire. "Non è equiparabile a nessun altro tipo di unione" spiega Umberto, arrivato in Emilia un anno e mezzo fa per motivi di lavoro e subito eletto nel parlamentino locale, col maggior numero di voti, fra le fila del Carroccio.

"Anche nella Lega, sia nell'elettorato che fra gli iscritti e gli eletti a tutti i livelli, ci sono persone omosessuali, bisessuali eccetera -spiega-. La Lega non è un partito omofobo, semplicemente non strumentalizza, come fa la sinistra, certe questioni per ragioni politiche. Non mi sono mai sentito discriminato: l'importante alla fine è condividere valori e obiettivi comuni". Come i "no" netti a questioni che vanno dall'aborto all'eutanasia, dalla regolamentazione delle droghe leggere, fino alle famiglie arcobaleno e all'utero in affitto.

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Umberto, credente e convinto che se uno "ha un determinato orientamento sessuale deve prendere atto che dalla propria unione non potranno mai nascere dei figli", racconta di essere stato insultato pesantemente anche da attivisti del mondo lgbt che non riescono ad accettare il suo impegno politico con un partito che, per moltissimi, non ha nulla a che vedere con la difesa dei loro diritti. "C'è uno storytelling sbagliato sulla Lega" assicura però il 30enne consigliere comunale bolognese, contrario anche a qualsiasi genere di etichetta: "Non è esaustivo ridurre una persona a un orientamento, ognuno è molto di più di quello. L'orientamento sessuale non deve diventare la bandiera o l'essenza stessa di una persona".

Con l'insediamento del governo giallorosso, Umberto La Morgia punta inoltre il dito sul cosiddetto "libro bianco dei diritti" annunciato dalla senatrice dem, Monica Cirinnà, e racconta di quella che, vissuta sulla propria pelle, è stato un vero e proprio attaccato da fascismo arcobaleno. "Non tutti si riconoscono in certe rivendiazioni -assicura-. Oltre alle offese ho ricevuto anche tanti messaggi di vicinanza e stima". Fra chi lo ha attaccato sui social, qualcuno lo ha anche accusato di "omofobia interiorizzata".

"Questo pensiero unico mi fa molta paura: per loro se la pensi diversamente non devi parlare e non devi neanche esistere. Tutto questo -conclude- sono perchè ho l'onestà intellettuale di dire che, a prescindere dall'orientamento sessuale, è giusto che la famiglia rimanga quella che è sempre stata".

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