Udine, trapianto di rene “incrociato” salva la vita a due donne di 55 anni
Due donne affette da insufficienza renale hanno potuto ricevere un trapianto di rene all’ospedale di Udine grazie a una procedura innovativa: il trapianto crossover. La tecnica, che prevede l’incrocio tra coppie di donatori e riceventi incompatibili, ha consentito di superare le barriere immunologiche e di gruppo sanguigno, offrendo una nuova possibilità di cura.
Le pazienti, entrambe 55enni, non potevano ricevere l’organo dai rispettivi partner per problemi di compatibilità. Nel primo caso, la presenza di anticorpi contro gli antigeni HLA del donatore rendeva impossibile il trapianto, mentre nella seconda coppia l’ostacolo era rappresentato dall’incompatibilità di gruppo sanguigno. Tuttavia, gli esami hanno rivelato una soluzione: il donatore della prima coppia risultava compatibile con la ricevente della seconda, e viceversa.
L’intervento è stato eseguito con successo e senza complicanze. I pazienti trapiantati sono stati dimessi dopo dieci giorni, mentre i donatori hanno potuto lasciare l’ospedale già al quarto giorno, tutti con una funzione renale ottimale.
Giuliano Boscutti, direttore della Nefrologia e Dialisi dell’Azienda sanitaria universitaria del Friuli centrale (Asufc), ha sottolineato l’importanza della donazione da vivente: "Questo approccio consente di ridurre i tempi di attesa e di migliorare la prognosi, soprattutto nei pazienti immunizzati".
Soddisfazione anche da parte di David Turello, direttore sanitario di Asufc, che ha evidenziato l’alto livello di competenza del Centro Regionale Trapianti: "L’adozione di tecniche innovative come il trapianto crossover dimostra la continua crescita del nostro centro, già pioniere del primo trapianto a cuore battente in Europa".