Ucciso nel sonno con un manubrio da palestra, il figlio agli inquirenti: “Non era il mio vero padre”
"Lui non era il mio vero papà. Anzi, lui ha fatto del male a mio padre: lo ha assassinato". Sono queste le parole proferite da Riccardo De Felice, il 24enne di Vittorio Veneto arrestato per l'omicidio del padre Francesco, 56enne colonnello dell'Esercito Italiano in congedo. Il giovane, che soffre di problemi psichici, avrebbe colpito il genitore con un manubrio da palestra nelle prime ore di martedì 15 novembre nel salotto di un appartamento in via Rosolen.
Il 24enne si trova ora nel carcere di Santa Bona di Treviso ed è in isolamento. Si teme che possa lasciarsi andare a gesti di autolesionismo e gli agenti lo controllano a vista. Nel frattempo si attende la disposizione di una perizia psichiatrica da parte della Procura che dovrà attestare la capacità di intendere e di volere del giovane al momento del delitto. Per il momento avrebbe spiegato così agli inquirenti il crimine compiuto. Secondo quanto reso noto, il 24enne non stava seguendo una terapia specifica per i suoi disturbi, ma di recente i genitori avevano chiesto aiuto a uno psicologo.
Le cose però sono andate peggiorando nelle scorse settimane fino al delitto del 15 novembre. Il 24enne infatti aveva confidato di recente a un'amica di essere depresso e di aver pensato al suicidio. Poco prima dell'omicidio, il giovane era anche stato licenziato dall'azienda per la quale lavorava dopo la laurea in Filosofia a Venezia con un contratto a tempo determinato.
Per il 24enne, Francesco De Felice era ormai diventato un estraneo dopo la lunga carriera militare che lo aveva visto impegnato in numerose operazioni di pace all'estero. Secondo lui, anzi, l'uomo aveva "ucciso il suo vero padre". "Ha fatto passare alla mamma una vita di inferno" avrebbe raccontato davanti agli inquirenti durante la deposizione. Secondo la Procura, la sua versione dei fatti sarebbe "un chiaro segno di dissociazione dalla realtà vissuta fino a poco prima dell'omicidio".