video suggerito
video suggerito

Ucciso con una freccia, l’imputato: “La più grossa stupidaggine, non riuscirò mai a perdonarmi”

Evaristo Scalco, il maestro d’ascia che la notte tra l’1 e il 2 novembre dello scorso anno ha ucciso con una freccia Javier Alfredo Miranda Romero a Genova: “”Ho fatto la più grossa stupidaggine della mia vita che non riuscirò mai a perdonarmi”.
A cura di Davide Falcioni
127 CONDIVISIONI
Immagine

"Ho fatto la più grossa stupidaggine della mia vita che non riuscirò mai a perdonarmi. Mi porto il peso di avere ucciso un uomo giovane e di avere lasciato un bimbo senza il suo papà". A dirlo oggi in aula Evaristo Scalco, il maestro d'ascia che la notte tra l'1 e il 2 novembre dello scorso anno ha ucciso con una freccia Javier Alfredo Miranda Romero, l'uomo che stava festeggiando la nascita del figlio in centro storico con un amico. "Ho visto due persone per strada. Uno dei due ha iniziato a fare la pipì contro una saracinesca. Ho detto loro gentilmente di non farlo. Mi hanno guardato e detto che non erano affari miei. Così è degenerata, hanno iniziato a farfugliare, mi hanno insultato. Poi sono andato in cucina e mentre ritornavo in salotto ho sentito un botto enorme e odore di polvere da sparo. Mi avevano tirato un petardo in casa. Quando si è raffreddato gliel'ho lanciato contro. Mi hanno insultato. Ma io ho risposto che non ero scemo visto che erano in due".

Immagine

Secondo l'imputato la situazione sarebbe tornata tranquilla. Dopo alcuni minuti però "ho sentito un altro botto. A quel punto ho afferrato l'arco è l'ho mostrato. Pensavo di mettere paura e che finisse lì. Purtroppo non è andata così, mi hanno continuato a insultare. E io forse ho detto ‘stranieri di m… o persone di m….' Non è da me non sono razzista". Poi il colpo scoccato con l'arco. "Non volevo colpire nessuno ma i vasi di plastica. Ho capito che lo avevo ferito quando l'ho visto cadere a terra. A quel punto sono sceso in strada e mi interessava solo di soccorrerlo. Oggi sono disperato perché non volevo ucciderlo".

Il pentimento non ha convinto la figlia più grande della vittima. "Non ho visto un pentimento al 100% – ha spiegato la giovane dopo l'udienza – sono uscita dall'aula perché non ce la facevo a sentire. Chiedo venga fatta giustizia per mio papà, per il mio fratellino e per me". In mattinata era stata sentita la compagna di Scalco che tra le lacrime ha detto: "sentiamo la responsabilità della vittima, faremo di tutto per aiutarli anche economicamente".

127 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views