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Ucciso a colpi di pistola a Vada, si costituisce il killer di Massimiliano Moneta: è l’ex suocero

Svolta nell’omicidio di Vada: si è costituito l’ex suocero di Massimiliano Moneta, il 57enne ucciso a colpi di pistola in un podere a inizio aprile. Il presunto killer, l’80enne Antonino Fedele, si è presentato ai carabinieri ed è stato arrestato: “Volevo solo sparargli alle gambe”.
A cura di Ida Artiaco
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Massimiliano Moneta (57 anni) e il suocero Antonino Fedele (80 anni) sospettato dell'omicidio
Massimiliano Moneta (57 anni) e il suocero Antonino Fedele (80 anni) sospettato dell'omicidio

Svolta nell'omicidio di Massimiliano Moneta, il 57enne trovato morto circa una settimana fa nelle campagne di Vada, frazione di Rosignano Marittimo, in provincia di Livorno. Nelle scorse ore si è infatti costituito l'ex suocero della vittima, l'80enne Antonino Fedele, che si è presentato ai carabinieri della stazione di Rosignano Solvay dopo essersi reso irreperibile.

Fedele è stato interrogato dal procuratore e dal sostituto titolare del fascicolo. Al termine del colloquio, i militari gli hanno notificato un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Livorno su richiesta della Procura che ha concordato pienamente con le risultanze investigative prodotte dall'Arma, e sarà trasferito a Le Sughere di Livorno. L'accusa a suo carico è di omicidio volontario premeditato.

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"Non volevo ucciderlo – sarebbe stata la prima cosa che ha detto l’uomo agli inquirenti, visibilmente provato — volevo colpirlo alle gambe".

Stando a quanto raccontato dall'anziano, avrebbe sparato all'ex genero due colpi di pistola: "La prima volta all'altezza dell'anca destra e la seconda al torace destro; l'uomo ha dimostrato una forza di volontà enorme ed una capacità non comune. La pericolosità del Fedele è, dunque, elevata. Appare, in definitiva, necessario limitare la libertà dei movimenti del Fedele ed ostacolare ogni ipotesi di condizionamento delle indagini", fanno sapere fonti inquirenti.

Sin dal ritrovamento del cadavere di Moneta, gli investigatori hanno pensato che il delitto fosse riconducibile alla pista familiare e i primi sospetti erano caduti proprio sull'ex suocero, proprietario del terreno dove il 57enne è stato ucciso, e resosi irreperibile subito dopo l'omicidio, verificatosi l'11 aprile scorso. I due avrebbe discusso durante un appuntamento per un ultimo chiarimento prima che la vittima si separasse dalla figlia 40enne del presunto assassino, con la quale aveva anche 3 figli minorenni. Poi è arrivata la conferma.

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