Uccisero padre accusato di maltrattamenti sulla madre, fratelli Scalamandrè condannati e 21 e 14 anni
Alessio e Simone Scalamandrè di nuovo condannati rispettivamente a 21 e 14 anni di carcere per l'omicidio del padre avvenuto la sera del 20 agosto del 2020 nella loro casa di San Biagio a Genova. È questa la sentenza emessa oggi dalla corte d'assise d'appello di Milano nel processo di appello bis per l'assassinio di Pasquale Scalamandrè, 63enne ex autista di autobus che fu ucciso dopo l'ennesima lite in casa per le presunte violenze dell'uomo contro la moglie e madre dei due giovani.
Si tratta del quarto grado di giudizio per la vicenda che è destinata ancora ad andare avanti nelle aule di tribunale visto che la difesa ha già annunciato che impugnerà la sentenza di oggi. "È un momento difficile, molto negativo. Le sentenze non si commentano, ma si impugnano. Cercheremo di cambiare ancora una volta questa sentenza" ha commentato l'avvocato Riccardo Lamonaca, difensore di Simone Scalamandrè, commentando la condanna inflitta al 26enne nel nuovo processo di secondo grado per l'omicidio del padre in concorso con il fratello Alessio. "L'attenuante della provocazione sicuramente non è stata riconosciuta, così come la prevalenza delle generiche. Non è ancora la sentenza definitiva" ha aggiunto il legale.
Una sentenza alla quale hanno assistito i due fratelli, oggi presenti in aula, e che di fatto riporta la vicenda processuale indietro nel tempo alla prima condanna inflitta nei confronti di Alessio e Simone Scalamandrè. I due fratelli, imputati per omicidio volontario in concorso, nel febbraio del 2002 infatti furono condannati in primo grado proprio a 21 e 14 anni di carcere. In secondo grado, invece, la Corte di assise d’appello di Genova, nel novembre del 2002, aveva assolto Simone Scalamandré, il minore dei due fratelli imputati nel processo, e confermato la condanna per il fratello maggiore Alessio. Quest'ultimo infatti si è sempre assunto la responsabilità del delitto, scagionando il fratello.
La Corte di Cassazione, in terzo grado di giudizio, però, aveva annullato entrambe le sentenze di assoluzione e condanna dei fratelli e nel novembre dello scorso anno aveva rimandato gli atti per un nuovo processo di appello, questa volta davanti al Tribunale di Milano.
Oggi i giudici della prima sezione della corte d'assise d'appello di Milano sono tornati alla prima condanna, andando anche oltre alla richiesta dell'accusa che aveva chiesto 11 anni per Alessio e 8 anni e 6 mesi per Simone. Nell'appello ‘bis', la corte infatti ha rigettato il concordato raggiunto da pm e difesa per Alessio e non ha riconosciuto nessuna attenuante per Simone.
Secondo quanto ricostruito, i due ragazzi uccisero insieme il padre dopo una colluttazione in casa nata dopo l'ennesima richiesta dell'uomo al figlio maggiore di ritrattare le accuse di maltrattamenti e minacce alla madre, che nel frattempo era stata costretta a trasferirsi in una comunità protetta.