Uccise passante con una freccia perché esasperato dai rumori in strada: condannato a 23 anni a Genova
![Evaristo Scalco (a sinistra) e la vittima Javier Miranda Romero](https://staticfanpage.akamaized.net/wp-content/uploads/2023/03/evaristo-scalco-1200x675.jpg)
La Corte d'Assise di Genova ha condannato oggi a 23 anni di carcere Evaristo Scalco, l'artigiano di 63 anni che nel novembre 2022 uccise l'operaio 41enne Javier Miranda Romero con arco e freccia perché esasperato dai rumori in strada sotto casa sua. Nella sentenza di oggi i giudici hanno escluso per l’imputato l’aggravante dell'odio razziale, riconoscendo però come sussistente l’aggravante dei futili motivi.
I fatti risalgono alla notte tra il primo e il 2 novembre del 2022 quando il 41enne fu ucciso nel centro storico del capoluogo ligure sotto casa dell’artigiano e maestro d'ascia. Secondo quanto ricostruito dall’inchiesta e accertato ora in fase processuale, quella notte il 63enne fu svegliato in casa sua da alcuni rumori provenienti dalla strada.
![Evaristo Scalco](https://staticfanpage.akamaized.net/wp-content/uploads/2023/11/Evaristo-Scalco-2.jpg)
L'artigiano quindi si era affacciato trovandosi davanti alla vittima, Javier Alfredo Miranda Romero, e a un amico di quest’ultimo. I due quella sera erano usciti insieme tra i locali della zona per festeggiare la nascita del figlio del 41enne e si erano fermati sotto la finestra di Scalco. Vedendoli parlare ad alta voce, l'artigiano li aveva rimproverati e poi apostrofati in malo modo anche facendo riferimento alla loro origine.
“Andate via immigrati di m…" avrebbe detto l’imputato, contestando ai due anche di aver orinato contro il muro. I due amici però gli avevano risposto dalla strada a muso duro. A questo punto l’uomo rientrò in casa prendendo arco e freccia e scagliandola contro Romero che cadde a terra colpito. Resosi contro del fatto, l'artigiano poi era sceso in strada e aveva anche provato a estrarre il dardo.
La vittima, soccorsa dal 118 e portata in gravissime condizioni in ospedale, era morta poco dopo in pronto soccorso. L’artigiano, arrestato e poi scarcerato e posto ai domiciliari, si è sempre detto pentito del gesto. Aveva mandato una lettera di scuse alla compagna della vittima e versato 10 mila euro come primo risarcimento.
I giudici ora hanno disposto il pagamento complessivo di provvisionali alle parti civili di 500mila euro. "Mi fido della giustizia italiana, è andato tutto bene" ha affermato dopo la sentenza Zena Lopez, la compagna di Javier Alfredo Miranda Romero. "C'è una parziale soddisfazione. Quello che ci interessava è che fosse fatta giustizia" ha aggiunto il suo legale.
"È una sentenza che ha colto l'assurdità di un ergastolo per una persona come Scalco. Per noi però non è un omicidio volontario e non ci sono nemmeno i futili motivi. Questa è una tragedia umana e il dramma rimane" spiegano gli avvocati dell'imputato che probabilmente faranno ricorso in appello.