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Uccise neo-papà con una freccia nel centro di Genova, scarcerato l’arciere killer Evaristo Scalco

Evaristo Scalco, l’artigiano che scoccò la freccia e uccise Javier Miranda Romero, è stato trasferito agli arresti domiciliari nella sua casa in provincia di Varese, con il braccialetto elettronico.
A cura di Davide Falcioni
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Si è scusato e ha versato 10 mila euro alla compagna e al figlio neonato di Javier Miranda Romero, l'operaio che ha ucciso con una freccia nel centro storico  di Genova la notte tra l'1 e il 2 novembre scorso proprio mentre festeggiava la nascita del bimbo. Per questa ragione Evaristo Scalco, l'artigiano che scoccò il dardo, è stato trasferito adesso agli arresti domiciliari nella sua casa in provincia di Varese, con il braccialetto elettronico.

Secondo il gip, Scalco ha ammesso le sue responsabilità, anche se l'uomo ha sempre detto di "non avere avuto intenzione di uccidere l'operaio ma di volerlo solo minacciare". Il pubblico ministero Arianna Ciavattini aveva espresso parere negativo alla scarcerazione. Stando a quanto emerso dalle indagini dei carabinieri, Scalco aveva una passione per gli archi, che costruiva, e che utilizzava spesso andando ad allenarsi nei boschi della provincia di Varese e cacciando cinghiali, animali che uccideva usando frecce letali uguali a quella che ha scelto, fra decine di altre, per colpire a morte Romero.

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La sera tra l'1 e il 2 novembre la vittima era in una strada del centro di Genova con un amico a chiacchierare quando Scalco si era affacciato e gli aveva rivolto insulti razzisti. Romero gli aveva mostrato il dito medio scatenando la reazione dell'artigiano 63enne, che aveva afferrato l'arco e scoccato una freccia dall'alto, ferendo su un fianco la vittima e perforandogli il fegato. Javier Miranda Romero era stato portato d'urgenza in condizioni disperate all'ospedale San Martino, dove era stato operato ma era morto subito dopo.

Scalco deve rispondere dell'accusa di omicidio volontario aggravato dall’odio razziale e da futili motivi. Secondo le indagini avrebbe gridato "Andate via stranieri di merda", ma l'artigiano, durante gli interrogatori, ha sempre negato di essere razzista.  Nella lettera alla moglie, Scalco ha ammesso la responsabilità del proprio gesto e ha mostrato pentimento dicendosi sinceramente dispiaciuto. "Mi dispiace tantissimo, non volevo uccidere", ha scritto. Un pentimento che il gip ha giudicato sincero e che – insieme al versamento di 10mila euro – gli è valso la scarcerazione.

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