Uccise moglie e suocera ad Arezzo, l’autopsia: “Sara Ruschi accoltellata, la madre voleva difenderla”
Almeno 20 coltellate alla compagna Sara Ruschi e tre alla suocera Brunetta Ridolfi nella notte tra il 12 e il 13 aprile. L'autopsia, effettuata dal professor Mario Gabbrielli nella giornata di oggi, avrebbe dato questi esiti. Alla prima risultanza, però, dovrà essere aggiunto quanto emergerà nei prossimi 90 giorni dall'analisi di tutti gli elementi emersi durante gli accertamenti per la stesura della relazione medico legale. Jawad Hicham avrebbe colpito la compagna 35enne in particolare sul volto e sull'avambraccio, segno che la donna ha provato a difendersi. La suocera di 76 anni invece sarebbe intervenuta in favore della figlia per cercare di difenderla. Frapponendosi tra Sara e il killer, la donna ha ricevuto 3 coltellate che sono state per lei fatali.
I fatti si sono registrati nella nottata tra il 12 e il 13 aprile ad Arezzo. Il movente dell'omicidio non è ancora chiaro nonostante l'arresto già avvenuto del 38enne che si è macchiato del delitto davanti ai figli ancora minorenni. Stando a quanto finora accertato, Brunetta Ridolfi si recava spesso a casa della figlia per aiutarla e per stare con i nipoti. La donna avrebbe più volte confidato di voler andare a trovare la figlia anche perché "spaventata dal suo compagno", con il quale i rapporti erano spesso tesi. Poco prima dell'omicidio, secondo chi indaga, vi sarebbe stato un violento litigio familiare. Davanti alle autorità, però, l'uomo non ha confermato né smentito la supposizione degli inquirenti: ha fatto scena muta e non ha risposto a nessuna delle domande dell'interrogatorio.
Quello che appare certo, però, è che il delitto sia avvenuto davanti agli occhi dei figli della vittima. I due minori, di 16 e di 2 anni, avrebbero purtroppo sentito le urla dei genitori dalla camera da letto nella quale stavano dormendo. Il ragazzino ha quindi preso la sorellina di 2 anni in braccio e l'ha portata in salvo, scappando dall'abitazione di via Varchi. Una volta lontano da casa, ha allertato il numero di emergenza 112 che però è arrivato sul posto quando per la madre e la nonna non vi era già più niente da fare.
Mercoledì 19 aprile alle 21 ci sarà una fiaccolata organizzata da Pronto Donna per ricordare le due vittime e chiedere giustizia per le persone coinvolte. "Vogliamo sostenere con forza le donne che scelgono di sottrarsi ai maltrattamenti – ha spiegato la presidente Loretta Gianni al quotidiano La Nazione – per evitare che possano essere ulteriormente in difficoltà o peggio, ancora più sole".