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Uccise moglie e figlia a fucilate, chiesti due ergastoli e tre anni di isolamento per Salvatore Montefusco

Due ergastoli e tre anni di isolamento diurno. Sono state queste le richieste fatte dall’accusa in tribunale a Modena per Salvatore Montefusco. L’imprenditore edile in pensione di 71 anni che il 13 giugno 2022 ammazzò con un fucile la moglie 47enne Gabriela Trandafir e la figlia di 22 anni, Renata.
A cura di Eleonora Panseri
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Due ergastoli e tre anni di isolamento diurno. Sono state queste le richieste fatte dall'accusa in tribunale a Modena per Salvatore Montefusco, l'imprenditore edile in pensione di 71 anni che il 13 giugno 2022 ammazzò con un fucile la moglie Gabriela Trandafir, 47 anni, e la figlia di lei, Renata, 22.

Il duplice femminicidio avvenne all'interno della casa in cui abitavano i tre a Castelfranco Emilia, in via Casona di Sotto, nel Modenese. Il processo è iniziato a novembre scorso e ieri, mercoledì 11 settembre, sono arrivate le richieste del pubblico ministero Giuseppe di Giorgio. Il 71enne, reo confesso, uccise le due donne il giorno prima dell'udienza di separazione.

Tra le aggravanti contestate ci sono la premeditazione, il movente economico e anche il fatto che il duplice femminicidio avvenne davanti agli occhi del figlio minorenne della coppia, ora parte civile nel processo. Il minore tentò anche di chiamare il 112 per chiedere aiuto ma il padre minacciò di uccidere anche lui e il ragazzo non riuscì a fermarlo.

Salvatore Montefusco
Salvatore Montefusco

Nei confronti di Renata, figlia di Gabriela, il pubblico ministero ha considerato anche l'accusa di maltrattamenti e l'aggravante della crudeltà. Poi si aggiunge la ricettazione e l'illecita detenzione dell'arma.

Il pubblico ministero ha sottolineato come il delitto premeditato sia stato dettato da ragioni di rabbia e di carattere economico. Per poter essere certo di escludere la famiglia di origine della moglie dalla successione, l’imputato ha ucciso prima la 22enne, titolare del 50 per cento della nuda proprietà dell’immobile di Castelfranco, e poi la madre (e non viceversa).

Il pubblico ministero ha aggiunto anche altri elementi a sostegno della premeditazione: l’accensione di un conto corrente con delega alla figlia per operare, avvenuto il 7 giugno, sei giorni prima del duplice omicidio.

Gabriela Trandafir e la figlia Renata
Gabriela Trandafir e la figlia Renata

E il fatto che Montefusco, il giorno precedente il delitto, si fosse appostato per ore nella macchina in giardino, come dimostrato dall’analisi delle celle telefoniche, attendendo l’arrivo delle vittime. Il massacro sarebbe però stato posticipato l’indomani poiché quella notte la ragazza era rientrata tardi. 

Gli avvocati delle vittime hanno sottolineato ancora una volta come Montefusco non abbia mai dimostrato pietà per le vittime, neanche nei mesi successivi. Nella prossima udienza ci sarà l'arringa difensiva del legale dell'imputato, Marco Rossi, mentre la sentenza è prevista per il mese di ottobre.

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