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Uccise l’ex fidanzata a colpi di pistola a Savona: in appello pena ridotta a 30 anni per Safayou Sow

Danjela Neza, 29 anni, venne uccisa la notte tra il 5 e il 6 maggio 2023 in piazza delle Nazioni, a Savona. A febbraio 2024 il 28enne Safayou Sow è stato condannato all’ergastolo in primo grado per il femminicidio dell’ex fidanzata. Oggi la Corte d’Appello di Genova ha ridotto la pena a 30 anni.
A cura di Eleonora Panseri
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Danjela Neza Safayou Sow.
Danjela Neza Safayou Sow.

Danjela Neza, 29 anni, venne uccisa la notte tra il 5 e il 6 maggio 2023 in piazza delle Nazioni, a Savona. A febbraio 2024 il 28enne Safayou Sow era stato condannato all'ergastolo in primo grado per omicidio aggravato dalla premeditazione, dai futili motivi e dalla relazione affettiva.

Oggi, martedì 21 gennaio, la Corte d'Appello di Genova ha ridotto la pena per il giovane: non più ergastolo, ma 30 anni. La sostituta procuratrice generale Cristina Camaiori ha concordato con la difesa un bilanciamento tra le aggravanti e le attenuanti generiche.

La Corte ha infatti riconosciuto all'assassino il fatto di aver chiamato il 112 ed essersi consegnato spontaneamente, così come il contributo dato all'accertamento dei fatti. Anche in primo grado il pubblico ministero Luca Traversa aveva chiesto 30 anni.

Safayou Sow aveva ucciso la giovane perché non accettava la fine della loro relazione: le aveva sparato in testa con una pistola con matricola abrasa comprata due mesi prima. Prima dell'omicidio, aveva compiuto anche ricerche sul web su come usare l'arma.

L'omicidio era avvenuto al termine di un lungo incontro chiarificatore che lui stesso aveva chiesto più volte alla 29enne. I due si erano conosciuti nel ristorante dove entrambi lavoravano.

La sera del delitto il giovane era andato a prenderla a casa e aveva parcheggiato in una traversa di piazza delle Nazioni. I due avevano mangiato un panino insieme, sempre in auto.

Poi una discussione si era trasformata in violenta lite. Questa era rimasta registrata nel telefonino della vittima, che lei pensava di utilizzare come prova delle tensioni esplose con Sow, a volte anche sul luogo di lavoro.

In quella registrazione c'erano però anche gli ultimi istanti di vita di Danjela Neza e l'estremo tentativo di salvarsi, prima degli spari.

Sow, come già detto, si era consegnato spontaneamente chiamando il 112 e in seguito aveva collaborato con gli inquirenti fornendo loro la password del cellulare della vittima.

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