Uccise l’ex e ferì la figlia riducendola in carrozzina: chiesti 30 anni per Nicola Cirillo
"Il suo distacco, la sua determinazione a non voler tornare con me mi rodeva dentro. Sono andato lì per uccidere". Con questo parole Nicola Cirillo, 58 anni, confessò l'omicidio della moglie, Cristina Messina, 54 anni. Oggi pm Paolo Toso ha chiesto una condanna a 30 anni per Nicola Cirillo, 58 anni, reo confesso dell'omicidio di Cristina Messina, 54 anni uccisa a Volvera (Torino), lo scorso giugno e del gravissimo ferimento della figlia della donna, Giusy Messina, 29 anni, avvenuto contestualmente. La ragazza è ancora in ospedale bloccata su una carrozzina e non potrà più camminare. Il femminicida, difeso dall'avvocato Maria Frezza, non era presente in aula, in collegamento in video conferenza si è limitato a dire solo "mi spiace". Cirillo non aveva mai accettato la separazione, avvenuta ben cinque anni prima.
I fatti risalgono a sei mesi fa. Quando Cirillo, operaio ecologico in pensione, ha sparato all'ex moglie sul balconcino al primo piano di una palazzina popolare a Volvera, nel Torinese. L'uomo ha sparato prima alla figliastra, seduta in soggiorno, colpendola alla schiena e dopo all'a ex, che nel frattempo era uscita in balcone a chiedere aiuto. L'ha inseguita e colpita alla testa, dopodiché si è allontanato alla guida della sua auto. Cristina Messina aveva deciso di separarsi quattro anni e mezzo prima, dopo aver già subito minacce di morte dal marito. "Dice che mi sparerà" aveva detto Cristina ai carabinieri dove era andata a sporgere denuncia. Si era dunque trasferita in un appartamento a circa 50 metri dalla casa dell'ex. La loro relazione, durata molto tempo era finita proprio per i comportamenti controllanti e violenti dell'uomo. Anche dopo la separazione, non voleva rassegnarsi a lasciare libera la vittima e continua a tentare in ogni modo di costringerla a tornare con lui.