Uccise l’ex con un colpo di pistola in testa e simulò il suicidio: condannato a 30 anni
Trenta anni di carcere per Angelo Lavarra, l'uomo che ha ucciso con un calibro nove l'ex moglie Anna Filomena Barretta, il 20 novembre 2018, nella loro casa di Marano Vicentino (Vicenza), simulandone il suicidio. È la pena inflitta all'ex metronotte dal giudice del tribunale di Vicenza, Maria Trenti.
Il delitto risale a due anni fa, quando la quarantunenne è stata ritrovata senza vita nell'appartamento di via Aldo Moro, con un proiettile in testa e la pistola del marito accanto. La scena era compatibile con quella di un suicidio, ma l'esame balistico, l'autopsia sul corpo della vittima e le indagini dei RIS nell'appartamento, condussero le indagini verso l'ipotesi di omicidio. Sotto la lente finì immediatamente il marito, le cui dichiarazioni non collimavano con le conclusioni degli esami scientifici.
Arrestato pochi giorni dopo, Lavarra, che aveva chiamato i soccorsi dicendo che la moglie si era uccisa con la sua pistola di ordinanza, confessò il femminicidio. Il 44enne ammise di aver sparato alla moglie e di aver trascinato il cadavere dal luogo del delitto nella nella stanza da letto, per nasconderlo alle due figlie presenti in casa. Dopo aveva ripulito la scena del crimine, nel tentativo di simulare un suicidio. Ventiquattr'ore aveva chiamato ai soccorsi. Anche in questo caso il movente sarebbe stato la gelosia.
La coppia si era separata consensualmente qualche giorno prima della tragedia, ma stando a quanto ricostruito dagli inquirenti, Lavarra non accettava la separazione. Anna Filomena, in passato era stata anche vittima di maltrattamenti. In due occasioni, nel 2009 e nel 2015 si era fatta soccorrere in ospedale per lesioni, ma non aveva mai voluto sporgere denuncia.