Uccise la moglie malata gettandola in un fiume, definitiva la condanna a 14 anni per Angelo Bernardone

Diventa definitiva la condanna a 14 anni di carcere per Angelo Bernardone, il 77enne reo confesso di Casalbordino che nel 2021 uccise la moglie Maria Rita Conese, 72 anni, malata di Alzheimer, gettandola da un ponte nel fiume Osento.
L’avvocato di Bernardone, Vincenzo Cocchino, ha infatti annunciato che non presenterà ricorso alla Corte di Cassazione. Bernardone da ieri è rinchiuso nel carcere di Larino, dove dovrà scontare la pena.
Lo scorso 19 ottobre è stata confermata in Appello la condanna di primo grado del 2023 stabilita dlla Corte d'Assise di Lanciano. A Bernardone sono state riconosciute le attenuanti generiche prevalenti sulle aggravanti, e come pena accessoria gli era stata applicata l’interdizione perpetua dai pubblici uffici.
Il pensionato è stato anche condannato al risarcimento per 100mila euro per i quattro figli, costituitisi parti civili. Il pensionato dovrà devolvere il denaro in favore di una associazione che si occupa di difesa delle donne che subiscono violenze.
L’omicidio della 72enne era avvenuto il 26 dicembre 2021. L'uomo aveva raggiunto in auto un ponte lungo sulla strada Provinciale 216, che collega Casalbordino ad Atessa, aveva fermato il mezzo e dopo aver fatto scendere la moglie, malata di Alzheimer e affetta da una grave demenza vascolare, l’aveva spinta dalla sommità di un dirupo nel fiume Osento.
Era quindi risalito in auto ed era rientrato a casa, confessando ai figli d’aver ucciso la moglie. Una versione ribadita poco dopo anche ai carabinieri di Casalbordino, davanti ai quali il pensionato si era presentato per costituirsi.
Aveva spiegato di aver spinto la donna al culmine di un litigio, dopo il quale aveva capito di non essere più in grado di gestire la malattia della moglie. A quel punto i Carabinieri avevano chiesto l’intervento del 118 ma arrivati nel punto indicato dal pensionato i pensionati non avevano potuto far altro che constatare il decesso.