Uccise la madre strappandole il cuore, giudice dice no alla perizia psichiatrica per Salvatore Dettori

Non ci sarà nessuna perizia psichiatrica per Salvatore Dettori, l'uomo che nel novembre scorso uccise la madre a coltellate in casa a Leporano, in provincia di Taranto, strappandole poi il cuore, non ritrovato durante l'autopsia. La Corte d'Assise di Taranto infatti oggi ha rigettato la richiesta di perizia avanzata dai legali dell'uomo. Secondo i giudici, infatti, la richiesta della difesa ipotizza la diagnosi di un disturbo dell'umore e questo, secondo il collegio, non rientra tra le patologie psichiatriche che possono incidere sulla capacità di intendere e volere, come ha invece hanno sostenuto gli avvocati dell'omicida.
In udienza preliminare quindi la Corte ha stabilito che non vi sono i presupposti per accogliere la richiesta di perizia psichiatrica, decidendo che Salvatore Dettori, reso confesso dell'omicidio della madre Silvana La Rocca, andrà regolarmente a processo. Durante la stessa udienza, gli altri familiari della 73enne si sono costituiti parte civile e hanno chiesto un risarcimento di un milione e mezzo di euro.
L'efferato omicidio il 15 novembre 2024, quando la donna venne ritrovata morta in una pozza di sangue nel giardino di casaa a Taranto. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti il figlio avrebbe ucciso la madre per ragioni economiche. Il 46enne, ex sottufficiale della Marina militare, infatti aveva dei debiti e pare volesse impossessarsi della villa della madre vedova a Leporano, a pochi chilometri da Taranto.
Dettori, dopo aver ucciso la madre a coltellate, in un impeto di ferocia, gli ha anche estratto il cuore. Poi cercò anche di simulare un'esplosione manomettendo il tubo del gas prima di fuggire. Intercettato e arrestato poche ore dopo, in un primo momento aveva detto: "Era un vampiro, voleva farmi mangiare carne umana”. Nella confessione aveva raccontato di averla colpita la prima volta dietro la nuca e, successivamente, non essendo riuscito ad ucciderla subito, di essersi accanito su di lei.
“Dopo averla uccisa, ho aperto il gas nella speranza che la casa saltasse in aria e poi ho guidato per un giorno intero. Non so dove sono andato” aveva ricostruito il 46enne. Il racconto delle motivazioni dopo il delitto, però, erano state molto più fumose.