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Uccise la madre dopo una lite in casa a Modena, condannato a 21 anni Carlo Evangelisti

È stato condannato a 21 anni di carcere Carlo Evangelisti, l’uomo che nel 2021 uccise la madre Milena Calanchi dopo una lite in casa. L’avvocato della difesa, Roberto Ghini, ha annunciato di voler fare ricorso.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Milena Calanchi
Milena Calanchi

È stato condannato a 21 anni di carcere Carlo Evangelisti, l'uomo accusato di aver ucciso la madre Milena Calanchi nel novembre del 2021. La sentenza è stata stabilita nel pomeriggio dalla Corte D'Assise e non è stata accettata la richiesta del pm che per lui aveva chiesto l'ergastolo.

L'episodio è avvenuto a Modena in via dei Manzini e risale al 16 novembre 2021. A fare da sfondo al delitto, una quotidianità difficile ed estremamente litigiosa. Madre e figlio condividevano l'appartamento: lei aveva problemi di depressione, lui legati all'alcolismo. Dopo l'ennesima lite di quel giorno, si era consumata la tragedia. Secondo l'accusa, il delitto fu un gesto volontario, mentre secondo la difesa sostenuta dall'avvocato Roberto Ghini, la morte di Milena Calanchi sarebbe stata legata a una "tragica fatalità".

Il legale, infatti, ha sostenuto che Evangelisti, in un momento di pesante ubriachezza, le sarebbe "caduto addosso" comprimendole la gabbia toracica e impedendole di respirare. Ghini si è detto "sollevato dalla condanna a 21 anni" ma ha anche affermato che la decisione "resta errata". "Non vi era volontà, al massimo poteva essere trattato come delitto preterintenzionale. Credo che la Corte d'Assise abbia commesso un grave errore. Farò appello insieme al mio assistito".

"Erano due persone sole – ha continuato l'avvocato, ricordando la situazione quotidiana che Evangelisti e sua madre, Milena Calanchi, dovevano affrontare -. Lei soffriva di depressione, lui aveva problemi di alcolismo. Erano due persone in un profondo stato di sofferenza e solitudine". Per questo, secondo l'avvocato, quella sera si sarebbe verificata nella casa di via dei Manzini una "tragica fatalità". "Il mio assistito mi ha detto che non voleva uccidere sua madre e io gli credo". Il legale ha fatto sapere di essere pronto a impugnare la sentenza in appello.

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