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Uccise la ex Danjela Neza con un colpo alla testa, Safayou Sow condannato all’ergastolo

La sentenza di condanna per Safayou Sow emessa oggi dalla Corte d’Assise di Savona nel processo di primo grado per il femminicidio di Danjela Neza, avvenuto nel maggio dello scorso anno nella città ligure.
A cura di Antonio Palma
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Safayou Sow è stato condannato all'ergastolo per l'omicidio della ex fidanzata Danjela Neza. È questa la sentenza emessa oggi dalla Corte d'Assise di Savona nel processo di primo grado per il femminicidio avvenuto nel maggio del 2023 nella città ligure. Per sua stessa ammissione, il 27enne uccise la 29enne nella notte tra il 5 e il 6 maggio dello scorso anno con un colpo di pistola alla testa dopo averle chiesto l'ennesimo chiarimento.

La sentenza, letta dal giudice Fiorenza Giorgi, va oltre anche alle richieste dal pubblico ministero che aveva chiesto per l'imputato trenta anni di carcere. Sow è stato condannato anche a risarcire 318 mila euro alla madre della vittima e 100 mila euro al fratello, oltre all'isolamento in carcere per un anno.

La donna aveva accettato di incontrare il suo ex fidanzato per un'ultima volta nella speranza di poter chiarire in maniera definitiva che la loro storia era ormai finita. Lui però si era presentato con una pistola calibro 22 con la matricola abrasa, che aveva ottenuto illegalmente, e aveva fatto fuoco. Il femminicidio nei giardini accanto alla stazione di Savona dove i due si dovevano incontrare dopo il lavoro. Safayou Sow prese l'arma dall'automobile e fece fuoco, colpendo Danjela Neza due volte alla testa. Era stato sempre lui poi a chiamare il 112, raccontando l'accaduto e facendosi arrestare.

Danjela Neza
Danjela Neza

Secondo quanto ricostruito dalle indagini, Sow, arrivato in Italia con un barcone, aveva conosciuto Neza lavorando come lavapiatti nel ristorante in cui lavorava la giovane. I due avevano intrapreso una relazione che in seguito la donna però aveva troncato. Lui non lo accettava e la perseguitava fino ad arrivare a chiedere alla ragazza di lasciare il posto di lavoro e a ricattarla con delle immagini. “Mia figlia Danjela era stata costretta a mettersi in ferie pur di non vederlo” aveva rivelato la madre.

L'accusa, rappresentata dal pubblico ministero Luca Traversa, questa mattina, nell'aula magna del tribunale savonese, aveva chiesto per Safayou Sow una condanna a 30 anni di reclusione ma non l'ergastolo. Il pm infatti gli imputava tre circostanze aggravanti come la relazione affettiva, la premeditazione del reato e i futili motivi, ma ha ammesso che Sow si consegnò spontaneamente alle forze dell'ordine. Non solo, l'uomo poi ha anche collaborato con gli inquirenti, fornendo loro la password del cellulare della vittima sul quale sono stati trovati gli audio degli ultimi istanti di vita della donna.

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