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Uccise la compagna con 51 coltellate: sconterà la pena ai domiciliari perché è depresso

Paolo Rao, condannato per l’omicidio della compagna, è stato dichiarato incompatibile al carcere perché gravemente depresso.
A cura di D. F.
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Paolo Rao, l'uomo che più di cinque anni fa ha assassinato la fidanzata Erica Ferazza, 28 anni, dovrà rimanere agli arresti domiciliari. A stabilirlo il Tribunale di Sorveglianza di Padova dopo la riduzione della pena da 16 a 12 anni. L'uomo, figlio dell’ex direttore dell’Usl 16 Fortunato Rao, dovrà rimanere nella struttura residenziale “La Casa gialla” di Camposampiero fino al 28 febbraio 2020. Nei suoi confronti sono state certificate le condizioni di incompatibilità con il regime carcerario. Rao  il 7 ottobre 2012 massacrò con più di cinquanta coltellate quella che fino a qualche settimana prima era stata la sua compagna. "Nel 2020 sarà valutata nuovamente la sua condizione di salute", ha spiegato l’avvocato Giovanni Chiello, che lo difende.

Nel 2016 la Corte d’Appello ha ridotto da 16 anni e 8 mesi a 12 anni e 4 mesi la pena detentiva. I giudici hanno stabilito di dover ridimensionare la pena sulla base di una perizia psichiatrica che certifica una depressione più grave rispetto a quella prospettata in primo grado. Diminuita anche l’entità del risarcimento che deve alla mamma di Erica Ferazza: da 250 mila euro a 200 mila. A Rao, ingegnere, è stata confermata la sospensione della potestà genitoriale per la durata della pena.

Erica Ferazza, psicologa, venne massacrata una mattina di cinque anni fa. Secondo gli investigatori, il movente del delitto è stata la sua intenzione di troncare la relazione con Rao, da tempo in crisi. La ragazza venne massacrata con 51 coltellate inferte al collo, alla schiena e al torace con ferite mortali al cuore, ai polmoni e al fegato. Dopo l'omicidio l’uomo si affacciò sul terrazzo di casa, facendo sedere la figlia sul parapetto e minacciò di lanciarla nel vuoto. Infine si tagliò le vene di collo e polsi, impiccandosi con un lenzuolo alla scala a chiocciola nel tentativo, non riuscito, di togliersi la vita.

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