Uccise il patrigno con pasta al salmone avvelenata, chiesto l’ergastolo per il 20enne Leon Asoli
Avrebbe servito sia alla madre che al marito di quest'ultima pasta al salmone avvelenata, uccidendo Loreno Grimaldi sul colpo e mandando in terapia intensiva la donna, per questo la pm Rossella Poggioli ha chiesto per Alessandro Leon Asoli la condanna all'ergastolo, con otto mesi di isolamento diurno, per omicidio pluriaggravato e a 18 anni per tentato omicidio. Si è conclusa così la requisitoria davanti alla Corte d'Assise di Bologna che sarà seguita ora dalla difesa del giovane di Ceretolo di Casalcchio che si è sempre proclamato innocente.
La madre si è salvata e il figlio ha provato a soffocarla: Perché non muori?
Una versione che non ha convinto la pm Poggioli secondo cui il 20enne avrebbe premeditato l'omicidio della madre e del patrigno spinto dalla volontà di "liberarsi da genitori che ultimamente erano diventati pesanti. La madre, con cui era legato da un rapporto di amore-odio, insisteva perché lui studiasse o trovasse un lavoro, cose di cui lui invece non voleva sapere. Il patrigno invece prendeva le difese della moglie quando il ragazzo la offendeva". Secondo la procura a spingere Alessandro Leon Asoli a compiere l'omicidio sarebbe stata "l’ossessione per i soldi" emersa da alcune chat con gli amici e dalle ricostruzioni di alcuni testimoni sentiti in aula: sperava di "mantenersi con i soldi che avrebbe ereditato dalla morte dei coniugi, non avendo voglia di lavorare e aspirando a ricevere una ’grossa eredità’", l'accusa della pm che ha spiegato che il giovane, che era in cura da diversi psichiatri, aveva espresso anche durante le sue sedute questa volontà.
Le ricerche nelle settimane precedenti all'omicidio
Secondo i medici che lo avevano in cura, ha continuato la pm, "Leon è un bugiardo, porta una maschera e nasconde la sua vera personalità aggressiva; lo fa in modo consapevole, per manipolare e ingannare le persone dando di sé l’immagine del ’bravo ragazzo’". La sera della sua morte, il 15 aprile 2021, Loreno Grimandi, 56 anni, ha consumato il piatto di pasta al salmone al quale Asoli avrebbe aggiunto del nitrito di sodio, prima di iniziare a stare male e morire poco dopo. La madre del 20enne si è salvata perché ha ingerito poca pasta a causa del sapore "troppo salato". A quel punto il figlio si sarebbe scagliato contro la donna tentando di soffocarla con dei cuscini; provvidenziale l'intervento dei vicini che, allarmati dalle urla, hanno allertato i carabinieri. Asoli ha raccontato agli inquirenti di aver comprato il veleno per uccidersi ma secondo l'accusa già ai primi di aprile avrebbe cercato online informazioni su nitrito e altri veleni associandovi delle "finte" ricerche online per sviare le indagini.