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Uccise il papà violento con 34 coltellate, la difesa: “Alex con l’omicidio ha evitato una strage”

“Uccidendo il padre Alex ha evitate una strage familiare”, così nel processo d’appello per la morte di Giuseppe Pompa, ucciso dal figlio con 34 coltellate, l’avvocato del 22enne che ora rischia 14 anni di carcere.
A cura di Chiara Ammendola
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“Ogni 72 ore in Italia c'è una strage in famiglia, con donne assassinate dal marito o dal compagno. Un ragazzo è morto per non avere avuto la stessa prontezza di Alex. Vicende tremende che sono sovrapponibili a quella dei Pompa. Se non partiamo da qui, non riusciamo a capire cosa è successo”, con queste parole Claudio Strata, avvocato difensore di Alex, il 22enne che il 30 aprile 2022 ha ucciso a coltellate a Collegno il padre Giuseppe Pompa, ha iniziato parte dell'arringa difensiva nell'ambito del processo d'appello nei confronti del suo assistito.

Alex insieme all'avvocato Claudio Strata, la madre Maria e il fratello Loris
Alex insieme all'avvocato Claudio Strata, la madre Maria e il fratello Loris

Il legale del giovane, assolto in primo grado, ha elencato i nomi delle donne e dei figli vittime delle ultime 55 stragi in famiglia registrate nel nostro paese. “Sono sconvolto – ha aggiunto l'avvocato Strata – quando sento dire che Giuseppe Pompa non avrebbe mai ucciso nessuno. Come si fa a dire una cosa simile? Ci sono gli audio (registrati dai figli di nascosto, ndr) delle sue intemperanze, delle sue minacce, delle sue violenze verbali, che confermano le parole dei testimoni. Quello che sostiene il pubblico ministero è agghiacciante”.

Il pg Alessandro Aghemo, che sostiene l'accusa anche in appello, la scorsa udienza, sostenendo che non si può parlare di legittima difesa, ha ribadito la richiesta di condanna a 14 anni per Alex, che intanto ha cambiato il proprio cognome, adottando quello della madre: “Legittima difesa significa reagire a un’aggressione – le parole del pm – qui invece c’è un’inversione della situazione. Alex ha agito in anticipo e si è armato e ha colpito una persona disarmata, sferrandogli il primo colpo alla schiena. Il primo di trentaquattro. C’è stato uno scontro tra uno che aveva un coltello e uno che non aveva nulla. Alex non si è difeso, ma ha aggredito”.

Alex insieme alla madre Maria e al fratello Loris
Alex insieme alla madre Maria e al fratello Loris

Anche questa mattina a sostenere Alex in aula c'era la madre Maria e il fratello Loris. I due hanno sempre sostenuto la tesi della legittima difesa, Alex avrebbe aggredito il padre per difendere la madre dalla violenza cieca del padre: “Ho agito per difenderci – ha sempre sostenuto il 22enne – per difendere me, mia madre e mio fratello. Mio padre stava andando in cucina a prendere un coltello e io l’ho anticipato”, la confessione dopo l'omicidio dinanzi alle forze dell'ordine”.

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