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Uccise il padre per salvare la madre, Alex Pompa è stato assolto

La sentenza del processo che vede imputato Alex Pompa, il ragazzo che nel 2020 a Collegno uccise il padre per difendere la madre dall’ennesima violenza.
A cura di Susanna Picone
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Alex con la mamma e il fratello dopo la sentenza
Alex con la mamma e il fratello dopo la sentenza

Assoluzione. È arrivata la sentenza del processo che vede imputato Alex Pompa, il giovane che il 30 aprile del 2020 a Collegno, nel Torinese, uccise il padre di 52 anni Giuseppe, per difendere la madre dall’ennesima violenza. Assoluzione perché il fatto non costituisce reato secondo la Corte d'Assise di Torino che ha deciso al termine di una camera di consiglio durata quasi sei ore.

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Per Alex il pm Alessandro Aghemo aveva chiesto una pena di 14 anni: “Sono costretto a chiedere 14 anni di carcere per l’imputato”, le parole in aula del magistrato nella precedente udienza del processo. Il 30 aprile del 2020 nella casa della famiglia Pompa a Collegno si stava consumando l’ennesima lite violenta. E nel tentativo di difendere la mamma il diciannovenne colpì decine di volte il padre con sei diversi coltelli. Poi fu lui stesso ad allertare i soccorsi e confessare tutto alle forze dell'ordine. Dopo l’omicidio, il Tribunale del riesame di Torino aveva accolto la richiesta di scarcerazione avanzata dagli avvocati difensori del giovane, che aveva potuto scontare la pena ai domiciliari da un compagno di classe, in vista dell’esame di maturità poi sostenuto all’istituto alberghiero "Arturo Prever" di Pinerolo.

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Alle udienze del processo, che si è aperto a Torino lo scorso 10 giugno, hanno sempre partecipato la mamma di Alex e il fratello maggiore, vicini al giovane imputato. "Alex ci ha difesi e ci ha salvato la vita. Se non fosse per lui, oggi non sarei qui”, le parole della mamma in aula in difesa del figlio. Anche oggi la donna aveva detto di sperare nell'assoluzione.

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Giuseppe Pompa è stato descritto come un uomo violento e geloso al punto tale da spiare la moglie e chiamarla in continuazione mentre era al lavoro. Minacce e angherie in quella casa di Collegno erano la quotidianità e lo dimostrano anche alcuni audio che l'avvocato di Alex ha fatto ascoltare in aula. Vittima da anni di abusi e maltrattamenti, la mamma di Alex era sempre rimasta in silenzio. "Mi vedo costretto a proporre una pena così elevata. È il dispositivo normativo che mi impedisce di fare diversamente", le parole del pm quando aveva chiesto una condanna a 14 anni di reclusione per il ragazzo. Il legale difensore di Alex, Claudio Strata, stamane aveva invece chiesto l'assoluzione piena, ribadendo come il giovane abbia agito per legittima difesa.

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"Sono contentissimo, ho sempre creduto nella sua innocenza, sono felice, oggi ha vinto la giustizia", è stato il commento di Paolo Fassa, noto imprenditore trevigiano, sessant'anni di attività alle spalle nel settore dell'edilizia che, sentita la storia di Alex Pompa in televisione, ha deciso di aiutarlo. E per questo oggi non ha voluto mancare alla pronuncia della sentenza della Corte d'Assise di Torino. "Per caso ho visto un servizio in tv in cui si parlava della storia di Alex – ha raccontato Fassa mentre era attesa la sentenza – ho ascoltato i racconti degli amici e degli insegnanti e sono state proprio le parole di questi ultimi a colpirmi. Mi hanno impressionato quando lo hanno descritto come un bravo ragazzo, volenteroso, uno studente modello. Ho fiducia in lui, ha tutta la vita davanti e per quanto mi riguarda non lo mollo".

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