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Uccise il padre per difendere la madre, Alex Cotoia assolto anche in appello bis: “Gioia indescrivibile”

Anche nel processo d’appello bis è arrivata l’assoluzione per Alex Pompa (che ha poi preso il cognome della madre, Cotoia). Il 24enne nell’aprile del 2020 uccise il padre Giuseppe a coltellate per difendere la mamma durante una lite nella loro casa di Collegno, nel Torinese. “Una gioia indescrivibile”, ha detto l’avvocato Claudio Strata.
A cura di Eleonora Panseri
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Alex insieme alla madre Maria e al fratello Loris.
Alex insieme alla madre Maria e al fratello Loris.

Alex Cotoia, il 24enne che nell’aprile del 2020 uccise il padre Giuseppe Pompa con 34 coltellate per difendere la madre durante una lite nella loro casa di Collegno, in provincia di Torino, è stato assolto nel processo di appello bis a suo carico. All'epoca dei fatti aveva 18 anni.

La nuova sentenza della Corte d’assise d’appello di Torino conferma quella di primo grado. Cotoia, che ha scelto di portare il cognome della madre, era stato assolto perché, secondo la Corte di Assise, aveva agito per legittima difesa. In appello, nel 2023, era stato invece condannato a 6 anni, due mesi e venti giorni per omicidio volontario.

La sentenza era stata annullata dalla Cassazione che aveva chiesto la celebrazione di un nuovo processo d'appello. I giudici, su indicazione della Suprema Corte, hanno quindi rivalutato il contesto in cui si è svolta la vicenda, il clima che si viveva in famiglia e lo stato di disagio psichico del giovane.

"Sono ancora frastornato. Quando i giudici hanno letto la sentenza mi sono voltato verso i miei avvocati perché non sempre capisco cosa viene detto in queste aule. Ora devo metabolizzare, io metabolizzo sempre dopo. Festeggerò con Zoe, la mia cagnolina", ha detto Cotoia subito dopo l'assoluzione.

"Non avevo aspettative, mia mamma e mio fratello erano super agitati. Adesso saranno felicissimi, immagino. Spero solo di tornare alla normale quotidianità, niente di speciale. Il proseguimento degli studi e trovare il mio posto nel mondo, che sia in Italia o all'estero", ha aggiunto.

"È una gioia indescrivibile", ha detto l'avvocato difensore Claudio Strata commentando la sentenza. "Spero – aggiunge il legale – che questa pronuncia, autorevolissima, metta fine alla vicenda".

Nel nuovo processo la difesa aveva chiesto la conferma dell’assoluzione per Alex, mentre l’accusa la conferma della condanna. Una richiesta ribadita nella mattinata di ieri, prima della decisione odierna, dall’avvocato generale di Corte d’appello Giancarlo Avenati Bassi e dal pubblico ministero Alessandro Aghemo.

L'omicidio avvenne il 30 aprile 2020, quando i soccorritori e le forze dell’ordine arrivavano nell’appartamento dove la famiglia Pompa viveva in via De Amicis, a Collegno. Qui venne rinvenuto il corpo senza vita del padre Giuseppe.

"Senza mio figlio, io non sarei qua. Importa a qualcuno? Quella sera mi ha salvato la vita", aveva detto la madre del 22enne, Maria Cotoia, qualche tempo fa. "Negli ultimi dieci anni, in modo patologico. Era ossessionato. – aveva raccontato parlando del marito – Si arrabbiava per ogni cosa e perdeva il controllo: insulti, bestemmie e minacce. Mi urlava addosso, afferrandomi i polsi e le braccia. Mi spingeva. Era un violento".

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