Uccise i genitori della fidanzata. L’intercettazione choc: “Il padre urlava come una gallinella”

"Lucido e spietato". Così la Corte e quasi irridente". Così scrive il Gup di Ancona, Antonella Marrone, nelle motivazioni della sentenza di condanna a 20 anni di carcere per omicidio premeditato per l'imputato Antonio Tagliata, il giovane che il 7 novembre 2015 uccise, ad Ancona, i genitori della sua fidanzata. Le vittime, Fabio Giacconi, maresciallo dell'areonautica e sua moglie Roberta Pierini furono freddate a colpi di pistola nel loro appartamento in via Crivelli. Presente anche l'allora fidanzata minorenne di Tagliata, condannata in appello a 16 anni per concorso in omicidio.

Il giudice non ha riconosciuto a Tagliata la seminfermità mentale riscontrata dal perito. "Con fredda determinazione – scrive il Gup – realizza il proposito di liberarsi di coloro che ostacolavano il rapporto con la fidanzata. Non agisce in preda al panico". E ancora, "ogni colpo è mirato e sette su nove centrano parti vitali; spara a distanza ravvicinata e non si ferma neppure quando le persone offese sono già a terra, incurante delle grida di dolore e delle richieste d'aiuto (che pure ha modo di percepire e riferire ai suoi familiari, quasi ridendoci su); poi scappa con la fidanzata". Intercettato mentre parlava con la madre, Antonio, all'epoca dei fatti 19enne, disse ridendo del maresciallo Giacconi: "Urlava come una gallinella". L'uomo fu colpito per secondo dopo che la moglie era stata ferita mortalmente con due proiettili. Tentò di scappare ma fu raggiunto dal Tagliata che gli sparò con tre proiettili, uno dei quali lo colpì alla nuca. L'uomo morì dopo una lunga agonia in ospedale.
Spettatrice della scena fu la figlia minorenne che incoraggiò il fidanzato urlandogli "Spara, spara". Per lei si è configurato un reato di complicità. Secondo i giudici, infatti, l'intento di uccidere era condiviso e l'omicidio era stato premeditato da entrambi per eliminare coloro che erano di ostacolo alla loro relazione. I coniugi Giacconi avevano presentato una diffida contro Tagliata e avevano vietato alla figlia di frequentare quel ragazzo più grande. Un divieto che è costato ai due coniugi di Ancona la vita. I due sono stati trucidati nel loro appartamento, dove hanno aperto la porta spontaneamente a quell'uomo che chiedeva un ‘chiarimento' con loro
