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Uccise e impalò tre bambini a una ringhiera: torna libero

Libero dopo 45 anni il mostro di  David McGreavy, alias il mostro di Worcester, l’uomo che nel 73 uccise e impalò a una ringhiera tre fratellini di 9 mesi, due e quattro anni. McGreavy, coinquilino della famiglia Ralph, era rimasto in casa da solo con i piccoli a cui faceva da babysitter. Oggi la commissione per la libertà vigilata lo ritiene idoneo a tornare in società, ma a Worcester nessuno vuole il suo ritorno: “Dovrebbe morire in prigione”.
A cura di Angela Marino
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Quarantacinque anni di carcere è il prezzo per la vita di tre fratellini di 4 anni, due anni e 9 mesi. Sta per tornare libero David McGreavy, l'uomo che uccise barbaramente e impalò a una ringhiera tre bambini nel 1973. I fatti accaddero nella cittadina di Worcester, a una manciata di chilometri da Birmingam, nel Regno Unito. All'epoca McGreavy era un orfano di 21 anni e viveva insieme a Clive Ralph, sua moglie Elsie che gli avevano affittato parte della loro casa, e i loro tre bambini. Il giorno della tragedia il giovane McGreavy si era proposto come babysitter per i tre figli della coppia Samantha (9 mesi), Dawn (due anni) e Paul (4).

Come avrebbe confessato lui stesso quel 13 aprile fracassò il cranio della più piccolina, Samantha, sgozzò la sorella maggiore Dawn e strangolò il più grande, Paul. Dopo il massacro andò in giro per la città convinto di farla franca, tanto che quando fu rintracciato dalla polizia tentò di negare, per poi limitarsi ad ammettere: "Li ho uccisi, non smettevano di piangere". La strage dei bambini di Worcester finì su tutti i giornali, che riportarono tutti i dettagli della mattanza, compresa la messa in scena finale. Dopo aver ucciso i bambini, infatti, McGreavy li impalò in fila su una ringhiera.

Finì in carcere poco dopo con una condanna all'ergastolo, mentre i giornali continuarono a occuparsi della vicenda, facendo anche riferimenti a una presunta relazione tra McGreavy e Elsie, la mamma dei bambini, che negherà sempre. Ha passato gli ultimi quarantacinque anni in una sezione protetta del carcere, lontano dai detenuti comuni dai quali subiva continuamente le rappresaglie. Nel dicembre 2018, un rapporto del comitato per la libertà vigilata ha riconosciuto  il suo percorso di recupero negli ultimi 45 anni autorizzando il rilascio con libertà vigilata. “Nonostante le mie suppliche di tenerlo in carcere, adesso sono stata definitivamente tradita. Nessuno a Worcester potrà mai dimenticare o perdonare. Dovrebbe morire in prigione”, ha detto la mamma dei bambini.

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