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Uccise con 16 coltellate l’ex convivente che dormiva: condannato a 30 anni

Benedetto Conti è stato condannato per il delitto di Rosy Bonanno, uccisa nel sonno quattro anni fa con sedici coltellate.
A cura di D. F.
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La Corte di Cassazione ha confermato la condanna a trent'anni di reclusione per Benedetto Conti, ritenuto colpevole di omicidio in relazione all'uccisione, nel 2013, dell'ex convivente Rosy Bonanno. L'uomo accoltellò a morte la donna mentre il figlio, di appena due anni, dormiva nella stanza accanto. La Suprema corte ha dichiarato inammissibile il ricorso della procura generale che aveva appellato l’esclusione della aggravante della premeditazione. Non sarebbe comunque cambiata la pena.

Rosy Bonanno, di 26 anni, in due occasioni aveva denunciato l'uomo per maltrattamenti, la prima volta nel 2010, l'altra nel 2011. Entrambe le denunce furono archiviate dal giudice per le indagini preliminari su richiesta della Procura di Palermo perché la donna, ascoltata dagli inquirenti, tese a minimizzare i fatti e in un caso ritirò la querela sostenendo che i dissidi erano cessati. Il processo si è svolto con rito abbreviato. La famiglia Bonanno si è costituita parte civile con l'assistenza dell'avvocato Paola Rubino.

In seguito al delitto la madre di Rosy Bonanno, Teresa Matassa, parlò di “omicidio annunciato”. La ragazza venne assassinata con 16 coltellate dopo un ennesimo litigio con l'ex convivente. I familiari della vittima raccontarono che botte, insulti e minacce alla ragazza da parte del suo ex convivente erano molto frequenti. Conti dopo il delitto fuggì: la polizia lo arrestò a Villabate. Agli agenti che lo ammanettarono disse di aver ingerito del veleno per topi per suicidarsi, venne quindi accompagnato in ospedale per una lavanda gastrica. A scoprire il cadavere fu il padre della donna assassinata. Lei abitava infatti con i genitori da alcuni mesi dopo la separazione, ma sempre più spesso Benedetto Conti si presentava a casa spesso minacciandola per non essere restati insieme.

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