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Uccise a fucilate moglie e figlia: condannato a 30 anni Salvatore Montefusco

L’uomo, che nel giugno del 2022 uccise a fucilate la moglie Gabriela – 47 anni – e la figlia di lei, Renata Trandafir, 22 anni, è stato condannato a 30 anni di carcere: la pena è stata stabilita dalla Corte d’Assise di Modena.
A cura di Davide Falcioni
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Salvatore Montefusco, l'uomo di 72 anni che nel giugno del 2022 uccise a fucilate la moglie Gabriela – 47 anni – e la figlia di lei, Renata Trandafir, 22 anni, è stato condannato a 30 anni di carcere: la pena è stata stabilita dalla Corte d’Assise di Modena presieduta dalla giudice Ester Russo. La corte ha riconosciuto all’imputato le attenuanti generiche e non ha ammesso le aggravanti della premeditazione e della aver reagito con crudeltà. Ha però riconosciuto il reato di maltrattamenti, denunciati dalle vittime nei mesi precedenti al delitto, anche se assorbito nel reato più grave dell’omicidio.

Fra 90 giorni verranno pubblicate le motivazioni della sentenza, che però avrebbe lasciato tutti piuttosto insoddisfatti: la difesa, per la quale i maltrattamenti non c’erano, e che si riserva di ricorrere. E i parenti delle vittime, che avevano chiesto l'ergastolo. Il carcere a vita, con isolamento diurno per tre anni, era stato chiesto anche dal pubblico ministero Giuseppe di Giorgio che già in una delle ultime udienze, nel corso della sua requisitoria, aveva ricostruito dettagliatamente l’orrore che quella mattina era andato in scena nell’abitazione: "Ha agito come in una battuta di caccia", ha detto davanti ai giudici.

Gabriela Trandafir e la figlia Renata
Gabriela Trandafir e la figlia Renata

Nel corso del processo Montefusco ha ripercorso tutti i momenti di quella tragica giornata, quando madre e figlia rientrarono a casa dopo un incontro con l’avvocato per la separazione della coppia. "Stavo lavorando nelle aiuole – ha spiegato l'uomo – Renata si è avvicinata, ha cominciato a dirmi che doveva andarmene di casa, lo faceva spesso, io ho non ci ho più visto sono andato nel casotto, ho preso il fucile e lei si è messa a correre io ho esploso un colpo, forse due, ma non miravo sparavo a caso".

L'imprenditore ha quindi aggiunto: "Poi Gabriela è scesa dall’auto urlando mi è passata davanti, per andar verso casa ho sparato verso di lei ma ho colpito la porta, non volevo mirare a lei". L'uomo ha quindi esploso il colpo mortale alla testa di Renata che, ferita una prima volta, aveva tentato di mettersi in salvo dal vicino scavalcando la siepe. L'imputato ha ripercorso attimo per attimo le fasi del duplice delitto fino al culmine, quando salito in camera vide il figlio Salvatore junior, dietro di lui la madre Gabriela: "Sto ammazzando mia moglie mia figlia – gli dice – togliti , se no ammazzo anche te".

Dopo la strage Montefusco raggiunse un centro commerciale e chiese ad un barista di chiamare i carabinieri dopo avere confessato il duplice omicidio.

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