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Uccise a coltellate la suocera: Laura di Dio condannata a 9 anni e 9 mesi di carcere

È stata condannata a 9 anni e 9 mesi Laura di Dio, la 31enne di Pietraperzia (Enna) che il 4 febbraio 2023 ha ucciso a coltellate la suocera Margherita Margani. Il processo è stato celebrato con rito abbreviato e alla donna sono state riconosciute le attenuanti generiche e il vizio parziale di mente.
A cura di Eleonora Panseri
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È stata condannata a 9 anni e 9 mesi di carcere Laura di Dio, 31 anni, di Pietraperzia (provincia di Enna), per aver ucciso a coltellate il 4 febbraio 2023 la suocera Margherita Margani. Il processo è stato celebrato con rito abbreviato dinanzi al giudice per l'udienza preliminare del tribunale di Enna.

All'imputata, reclusa al carcere di Agrigento, sono state concesse le attenuanti generiche, ritenute prevalenti sull'aggravante del rapporto di affinità. È stato, inoltre, riconosciuto alla donna il vizio parziale di mente. Il pubblico ministero Michele Benintendi aveva chiesto 18 anni di carcere per di Dio.

"Siamo soddisfatti", hanno commentato gli avvocati difensori della 31enne, Salvatore Timpanaro e Antonio Impellizzeri. Si erano costituiti parte civile nel processo il marito della vittima, Piero Arnone, e alcuni dei figli con gli avvocati Angelo També, Ennio També e Giacomo Pillitteri.

Nonostante il riconosciuto vizio parziale di mente, i difensori delle parti civili si sono dichiarati soddisfatti per l'esito complessivo della condanna con la quale il giudice oltre al riconoscimento della provvisionale di 130mila euro in favore dei loro assistiti, ha applicato la misura di sicurezza della pericolositaàsociale e l'interdizione perpetua dai pubblici uffici. Alla donna è stata inflitta una misura di sicurezza di tre anni, a fine pena, da rivalutare non appena scontata la condanna.

Laura Di Dio in questi mesi non è mai riuscita a fornire un movente per quanto accaduto nell'abitazione della suocera. Prima aveva affermato di aver agito per legittima difesa, poi di aver invece aggredito per prima la donna, nonna dei suoi figli.

"Ci odiavamo. – aveva spiegato durante un interrogatorio con gli inquirenti – Era troppo invadente nella vita dei miei figli, voleva avere voce in capitolo sulla loro educazione". "Mia moglie soffriva di depressione. Non voleva curarsi, ma da un anno e mezzo vivevamo nell'inferno. Io la amo", aveva invece detto, subito dopo il delitto, Francesco Arnone, il marito della donna, che le era rimasto accanto.

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