Uccisa per coprire i segreti della caserma: perché Melania Rea è morta secondo il gip di Teramo
La caserma Clementi, il 235mo reggimento Piceno, è il luogo dove Salvatore Parolisi ha prestato servizio prima di finire in carcere come unico indagato per l'omicidio della moglie, Melania Rea. Più volte si è parlato di questo posto, durante l'indagine: la caserma Clementi è il luogo che ha favorito la relazione tra il caporal maggiore e la sua ex allieva ma anche il posto dove si organizzavano festini a base di sesso in un bed and breakfast nelle vicinanze.
Un luogo non poco violento a sentire le ultime vicende di cronaca che l'hanno coinvolto: l'arresto di una soldatessa, Laura Titta, legata al clan dei Casalesi, rinomata per la sua aggressività, così come l'indagine della Procura di Roma a carico di un ufficiale per presunte molestie sessuali nei confronti di diverse soldatesse che prestavano servizio presso la caserma.
Che ci fosse qualcosa da nascondere in merito alla caserma lo conferma anche un'intercettazione telefonica di una conversazione avvenuta tra Salvatore Parolisi e sua sorella Francesca. Una telefonata, risalente al 25 maggio, successiva al ritrovamento del corpo di Melania, in cui l'uomo si preoccupava del fatto che l'omicidio della moglie avesse puntato i riflettori sulla caserma. Ecco qualche stralcio:
Salvatore: Può darsi che mi danno una punizione, a livello disciplinare mi puniscono, non so in base al loro giudizio oppure perché la cosa è troppo grossa chiudono un occhio…[…] Ma sai quante cose escono in mezzo. Hai capito, tu non guardare solo a dire ora non è uscito nulla. Io non so quello che è stato raccontato dai ragazzi lì dentro. Non pensare che ero l’unico ad avere qualche contatto così…
Francesca: Ora esce tutto fuori.
Salvatore: Sì, ora esce fuori pure qualche altro….
Francesca: Qualche altro cliente….
Salvatore: Eh … capito, pure per dire tutte quelle cose brutte, no…
Francesca: Tu devi dire che purtroppo non è stata colpa mia
Salvatore: Mi dispiace che ci ha rimesso Melania….
Il gip di Teramo, Giovanni Cirillo, nell'ordinanza di custodia cautelare a carico di Salvatore Parolisi ha ritenuto questi elementi, insieme ad altri di cui non è dato sapere, importanti ai fini dell'indagine. Secondo Cirillo, infatti, la donna è stata uccisa perché venuta a conoscenza di segreti inconfessabili riguardo la caserma dove il marito prestava servizio come caporal maggiore. Il gip, inoltre, ha fatto sapere di voler concentrare le indagini sulle ulteriori frequentazioni di Parolisi, sui rapporti interni alla caserma e infine cercherà di intercettare eventuali giri di droga. A tal proposito, anche negli ambienti investigativi di Teramo sono persuasi del fatto che l'uomo si sia servito di un complice nella fase di depistaggio durante la quale sul corpo di Melania è stata "disegnata" una svastica e conficcata una siringa: un particolare che avrebbero dovuto far pensare a un omicidio avvenuto nell'ambito degli ambienti della tossicodipendenza .
Infine, il gip di Teramo ha cercato anche informazioni relative ad un vecchio caso di cronaca in cui Salvatore Parolisi fu coinvolto: un incidente stradale in cui perse la vita un bambino. Cirillo sembra essere intenzionato a voler comprendere fino in fondo il ruolo di Melania in quel frangente.