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Nonna Rosina Carsetti uccisa a Montecassiano

Uccisa in casa la notte di Natale, parla il nipote: “Mia nonna? Non le mancava niente”

Mentre gli inquirenti indagano sulla pista dei maltrattamenti in famiglia, Enea, il nipote dell’anziana morta in casa a Montecassiano smentisce le presunte vessazioni ai danni della vittima. “A mia nonna non mancava nulla”. Quanto alla richiesta di aiuto al centro antiviolenza che la vittima ha fatto prima di morire, dice: “Bisognerebbe chiederlo a chi glielo ha messo in testa”.
A cura di Angela Marino
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“Penso che a mia nonna non mancasse niente”. Enea Orazi, il nipote dell'anziana uccisa in casa a Natale, a Montecassiano, risponde alle voci sulle presunte vessazioni inflitte in famiglia a Rosina Cassetti emerse all'indomani dal delitto. Diverse amiche della vittima hanno infatti raccontato di come la 78enne fosse stata ‘privata di tutto' dai suoi familiari, ovvero il marito Enrico, la figlia Arianna e il nipote Enea, oggi indagati per omicidio, favoreggiamento e simulazione di reato.  Dai soldi – poteva avere 10 euro al giorno – all'uso dell'auto, del giardino, del telefono, per Rosina, sottoposta a uno stringente controllo, ci sarebbero stati ovunque paletti. "Dormiva su un divano" racconta un'altra amica.

“Non so perché lo abbia fatto, chiedetelo a chi glielo ha messo in testa" commenta il nipote circa la chiamata al centro antiviolenza SOS Donna, fatta da Rosina prima della morte. Rosina aveva appuntamento con una avvocata del centro martedì 29 dicembre, ma è morta il 24, la sera della vigilia di Natale, in una cucina in cui nessuno stava preparando da mangiare. Secondo la versione fornita dai familiari, si sarebbe trattato di una rapina finita male. Sarebbe stato proprio Enea, il nipote, rincasato in serata a scoprire la scena. Appena varcato l'ingresso della villetta in via Pertini a Montecassiano, avrebbe trovato suo nonno e sua madre legati e immobilizzati al piano terra. Di sopra, in cucina, il corpo senza vita della nonna.

Arianna Orazi e suo padre Enrico, gli unici ad aver visto il presunto aggressore, hanno descritto un uomo vestito di scuro, con un cappellino in testa. Un uomo di cui gli inquirenti cercano traccia nelle immagini delle videocamere di sorveglianza. Per il momento, dai rilievi dei tecnici nell'abitazione del delitto, non sono emersi segni di effrazione. Gli avvocati degli indagati, tuttavia, hanno segnalato la presenza di una finestra sul retro dalla quale il presunto aggressore avrebbe potuto entrare facilmente. In casa, tuttavia, non ci sono tracce di persone estranee al nucleo familiare.

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