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Uccisa dall’ex fidanzato: Celine l’aveva già denunciato due mesi fa per maltrattamenti

Celine Frei Matzhol, la 21enne uccisa a coltellate a Silandro (Bolzano) dal suo ex fidanzato, Omer Cim, due mesi fa aveva presentato denuncia ai carabinieri per reati legati al codice rosso.
A cura di Davide Falcioni
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Celine Frei Matzhol, la 21enne uccisa a coltellate a Silandro (Bolzano) dal suo ex fidanzato, Omer Cim, due mesi fa aveva presentato denuncia ai carabinieri per reati legati al codice rosso, in particolare perché spaventata dai continui abusi subiti. A renderlo noto Dunja Tassiello, assessora del comune trentino: "Tutti sapevamo che Celine veniva maltrattata dal compagno. Lui era violento, alzava spesso le mani, e se la gente mormora qualcosa di vero ci sarà. Infatti io ho raccolto un po' di informazioni".

L'assessora ha aggiunto: "Ovviamente non si può fare degli stranieri tutta l'erba un fascio, ma quando queste persone entrano nel nostro Paese bisognerebbe chiarire il rispetto che noi abbiamo verso le donne. C'è poi il discorso delle carceri piene, quindi l'appello che facciamo alla politica è di realizzare nuove strutture affinché possa esserci la certezza delle condanne, perché poi magari può subentrare la seminfermità mentale e dopo pochi anni la persona viene messa in libertà. Questo è un problema, la comunità è arrabbiata perché la certezza della pena dovrebbe essere un deterrente. Una violenza simile è inaccettabile, questa povera ragazza aveva tutta la vita davanti a sé. Siamo a terra, senza parole e ho chiesto al sindaco di proclamare il lutto cittadino per solidarietà alla famiglia".

Omer Cim, il giovane di 28 anni accusato del delitto e ora detenuto nel carcere di Bolzano, non ha spiegato i motivi del suo gesto né della sua fuga verso i confini dell’Austria ma l’ipotesi prevalente è che il femminicidio sarebbe da ricondurre al suo accanimento dei confronti della ragazza che lo aveva lasciato. I due, entrambi impiegati del settore alberghiero in strutture ricettive della zona, avevano formato una coppia per alcuni mesi ma lei infine aveva deciso di andarsene, a quanto pare perché lui era troppo possessivo e geloso e non di rado l'aveva maltrattata.

AGI – Con Omer Cim che resta in carcere perché fortemente indiziato di aver accoltellato a morte l’ex compagna Celine Frei Matzohl di 21 anni, emergono altri aspetti del delitto scoperto sabato mattina in un appartamento di Silandro in Val Venosta tra le montagne dell’Alto Adige.

Gli inquirenti che in queste ore stanno indagando sul delitto sono venuti a sapere che Cim, 28 anni di origini turche, si era fatto licenziare a fine luglio dall’hotel dove lavorava a Laces molto probabilmente per pedinare Celine, già sua ex compagna. L’uomo, che in passato era stato macellaio in un’azienda di speck sempre in Val Venosta, all’interno della struttura alloggiativa era una sorta di ‘factotum’.

Celine Frei Matzhol aveva raccontato agli amici la relazione avuta con Omer e assieme a loro voleva organizzare un momento di ritrovo per una sorta di ‘festa’ di quella fine di un rapporto difficile e violento. La giovane donna aveva denunciato per stalking l’ex fidanzato. Mercoledì è prevista sia l’udienza di Omer Cim che l’esame autoptico sul cadavere di Celine.

 A giugno una querela per percosse

La signora Frey Mathzo “ha presentato una querela nel mese di giugno in cui ha riferito di un unico episodio avvenuto mentre si trovava con il compagno in un’autovettura, durante il quale lo stesso l’avrebbe percossa e minacciata, precisa la procura di Bolzano in riferimento alle prime “ricostruzioni giornalistiche” del caso.

"I carabinieri – continua la procura – hanno immediatamente segnalato l’episodio come ‘codice rosso’ e, come tale, è stato trattato nel senso che, come da protocollo interno alla procura, ha avuto assoluta priorità rispetto agli altri. Trattandosi di un unico episodio ed a fronte della completezza delle indagini, sono stati formulati i capi di imputazione per violazione dell’articolo 581 del codice penale (percosse) e 612, comma due, del codice penale (minaccia aggravata). Per queste fattispecie di reato – conclude la procura – non è possibile chiedere misure cautelari. Non risultano altre denunce e/o segnalazioni ulteriori quali quelle oggetto”.

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