Uccisa dall’ex a colpi di bisturi, l’autopsia: Giovanna ha lottato prima di morire. Lunedì i funerali
Ha lottato fino all’ultimo prima di essere sopraffatta e uccisa Giovanna Bonsignore, la 44enne uccisa con un bisturi dall'ex compagno Salvo Patinella nel suo appartamento a Villabate, in provincia di Palermo, nella serata di giovedì scorso.
Lo ha confermato l’autopsia sul cadavere della donna disposta dalla Procura del capoluogo siciliano. Secondo l’esame medico legale post mortem, eseguito all'istituto di medicina legale del Policlinico palermitano, la vittima infatti aveva numerose ferite che indicano l'estremo tentativo di difesa.
La 44enne, madre di una ragazzina 15enne, stata colpita da una decina di fendenti con un bisturi, la stessa arma che poi l’omicida ha usato contro sé stesso sferrandosi un solo unico fendente alla gola che si è rivelato fatale.
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, Salvo Patinella a ora di cena si è presentato a casa della donna e, in un orario compreso tra le 20 e le 21:30, ha attuato il suo piano, colpendola più volte.
Probabilmente si è trattato di lunghi minuti durante i quali la vittima ha provato a reagire e a resistere a quel piano di morte organizzato e messo in atto dal suo ex dopo aver annunciato il delitto sui social e che si è completato col suicidio con un colpo alla giugulare.
Dopo il via libera dell’autorità giudiziaria, la salma è sta riconsegnata ai familiari per i funerali di Giovanna Bonsignore che saranno celebrati lunedì 19 dicembre, alle 11,30, nella chiesa di San Giuseppe a Villabate.
Per l’ultimo saluto alla donna vittima di femminicidio il comune della cittadina palermitana ha proclamato il lutto cittadino e le associazioni dei commercianti hanno invitato ad abbassare le saracinesche e sospendere l'attività al pubblico in segno di lutto.
La messa sarà concelebrata dal parroco della chiesa madre Fabrizio Moscato, il parroco della chiesa di San Giuseppe, Alessandro Spera, il parroco del Sacro Cuore Enrico Palazzolo e padre Piero Passantino.
Ad accompagnare la bara in chiesa invece ci saranno le volontarie dell'associazione Archè, dove Giovanna svolgeva l'attività di assistenza ai bisognosi del paese, che indosseranno una maglietta rossa per denunciare l'ennesimo femminicidio. La stessa maglietta che sarà posata sulla bara di Giovanna Bonsignore.