Uccisa dalla mamma a coltellate e col cavo del cellulare, il papà di Chiara Carta: “Ho perso tutto”
Avrebbe compiuto 14 anni il prossimo 24 marzo, ma quelle candeline Chiara Carta non ha potuto spegnerle perché la madre, Monica Vinci, 52 anni, l'ha uccisa. Colpita con almeno 20 coltellate e strangolata con il cavo del caricabatterie del cellulare. Un omicidio che ha sconvolto la piccola comunità di Silì, in provincia di Oristano, e che il padre di Chiara, Piero Carta, non riesce ancora ad accettare: “Ho perso tutto, mi ha tolto ogni cosa e quanto avevo di più prezioso”, le parole che il 53enne, agente della polizia locale di Oristano, ha affidato ai social
“Amore di papà, so che non potrai leggermi ma il mio cuore vuole comunicare con la tua anima – scrive l'uomo – sin quando sarò vivo continuerai a essere il mio primo pensiero, ogni giorno”. L'uomo non viveva più nella villetta di Silì dove Chiara era rimasta a vivere con la madre, dopo la separazione dei genitori. Ora davanti a quella casa ci sono fiori e peluche, molti dei quali lasciati da amici e conoscenti.
“Il tuo posto in aula rimarrà vuoto ma non quello nei cuori di chi ti ha conosciuto e voluto bene – la dedica dei compagni di scuola dell'istituto comprensivo di Oristano che lei frequentava – la tua scomparsa ha sconvolto tutti noi e niente sarà più come prima”. “La tua giovane vita, ancora in boccio, è stata spezzata dalla solitudine della disperazione – continua il messaggio – ci sentiamo tutti inermi di fronte a tragedie di questa natura e proviamo a chiederci perché accadano, senza trovare alcuna risposta”.
Chi la conosceva la descrive come una ragazza "dolce, solare ed educata". Anche il sindaco di Oristano, Massimiliano Sanna, ha voluto esprimere il proprio cordoglio alla famiglia della 13enne e soprattutto al padre Piero: “Siamo tutti molto colpiti e proviamo profonda tristezza e dolore – le sue parole – la comunità si stringe attorno alla famiglia della giovane Chiara per offrire sostegno e solidarietà in questo momento difficile. Ci sentiamo particolarmente vicini al padre della vittima che conosciamo bene, e di cui apprezziamo le doti, perché appartiene al Corpo di Polizia municipale”.
Intanto proseguono le indagini per ricostruire cosa sia accaduto nella villetta di Silì e cosa abbia spinto Monica Vinci a uccidere la figlia. La donna dopo l'omicidio ha tentato il suicidio lanciandosi dalla finestra al primo piano della sua casa, nella caduta ha riportato un trauma cranico e una frattura al bacino, ma non è in pericolo di vita. Ora è piantonata dalla polizia all'ospedale Santissima Annunziata di Sassari dove è stata ricoverata nel reparto di Psichiatria.
Secondo quanto ricostruito dal capo della Squadra Mobile di Oristano Samuele Cabitzosu e dalla sua squadra coordinati dal pm Valerio Bagattini, la 52enne avrebbe colpito la figlia con almeno 20 coltellate, molte delle quali sferrate alle spalle, probabilmente mentre Chiara tentava di fuggire. Il suo corpo ormai senza vita è stato trovato in bagno, poco distante il coltellino a serramanico usato per l'omicidio.
Il corpo di Chiara è stato trasferito a tarda notte all'ospedale San Martino di Oristano dove martedì mattina il medico legale Roberto Demontis effettuerà l'autopsia. Monica Vinci, accusata ora di omicidio volontario, da tempo avrebbe manifestato disagi psichici e nel suo recente passato pare ci fosse stato un ricovero per questi motivi.
Oggi alle 16.30, nella parrocchia di San Pietro di Silì ci sarà una messa, senza feretro, per ricordare Chiara. Un momento di raccoglimento, preghiera e sostegno alle famiglie coinvolte nella tragedia.