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Uccisa dal padre per vedetta, il dolore della mamma di Laura: “Non riesco a dirti addio”

“Ora che la sentenza è definitiva dovrei lasciarti andare, ma non ci riesco, sei la mia bimba e non posso dirti addio”. Questo lo straziante messaggio di mamma Giovanna Zizzo alla figlia perduta, la piccola Lauretta. Laura, 12 anni, è stata uccisa dal padre Roberto Russo la notte del 22 agosto 2014 a San Giovanni La Punta (Catania). Quattro giorni fa Russo è stato condannato definitivamente all’ergastolo.
A cura di Angela Marino
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"Piccina mia, non è cambiato nulla dopo la sentenza definitiva per me, fra un mese esatto sono 5 lunghissimi anni da quel maledetto giorno. Mi dicono che devo lasciarti andare, sarò egoista ma non ci riesco". È il grido di dolore di mamma Giovanna Zizzo, la moglie di Roberto Russo, condannato in Cassazione all'ergastolo, quattro giorni fa, pera aver ucciso con un coltello nel petto la piccola Laura, 12anni all'epoca dei fatti. Il delitto, che ha fatto tremare di rabbia la Sicilia cinque anni fa, risale a luglio 2014, quando Russo, durante un periodo di separazione dalla moglie per una crisi coniugale, tentò di sterminare i figli.

Era il 22 agosto a San Giovanni la punta, nell'entroterra catanese. Tutti i ragazzi, le due piccola Laura e Marika e i due fratelli maggiori, di 17 e 21 anni, dormivano. Russo ha atteso le 4 di notte, ha scritto un biglietto alla moglie Giovanna in cui dava a lei la colpa di quanto stava per accadere e ha impugnato un coltello da cucina. La prima vittima è stata Lauretta, morta nel sonno con una coltellata piantata nel petto. Marika, invece, 14 anni, svegliata dalle urla della sorella, è riuscita a difendersi attirando l'attenzione dei fratelli maggiori. Alla fine Russo è stato bloccato dai figli ed è rimasto inerme ad attendere l'arrivo dei soccorsi che lo medicheranno per una lieve ferita autoinflitta. Nel biglietto di addio c'era scritto: "Cara Gio, io ti amavo e non c'era bisogno di farmi passare tutto questo, bastava solo perdonarmi […] mi hai portato a fare quello che ho fatto, cioè alla follia. Se tu mi avessi perdonato tutto sarebbe tornato come prima".

Quattro giorni fa la Cassazione ha confermato la sentenza di ergastolo per omicidio premeditato e per l'aggressione alla sopravvissuta, Marika.  "Io non ti dirò mai addio – scrive oggi su Facebook, mamma Giovanna, rivolta alla figlia perduta –  sei la mia bambina è mi manchi da morire, come posso fare? Vorrei ritrovarti e abbracciarti per pochi istanti… si dice così pochi istanti… ma so che non ti lascerei andare più via…tu sei la mia piccina e io sono la tua ‘mami' e senza di te io non respiro. Mi manchi anima mia".

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