Uccisa con un colpo violento alla fronte: i risultati dell’autopsia sul corpo di Francesca Deidda
Una ferita mortale sul lato destro della fronte e nessun altro segno di violenza importante. È questo l'elemento più importante emerso dall’autopsia effettuata oggi all'ospedale Brotzu di Selargius dal medico legale Roberto Demontis sui resti di Francesca Deidda, la donna scomparsa ai primi di maggio, rinvenuti a distanza di oltre due mesi all’interno di un borsone sportivo ai margini della vecchia statale 125, vicino al ponte romano in territorio di San Vito.
L’arma del delitto viene descritta come un corpo contundente pesante con un diametro massimo di 10 centimetri, forse un peso sportivo. Dell'omicidio (e dell'occultamento di cadavere) è accusato Igor Sollai, il marito, in carcere dall’8 luglio scorso, che continua a negare ogni responsabilità.
La 42enne potrebbe essere stata colpita mentre dormiva, forse sul divano di casa. Anche per questo motivo l'antropologa forense nominato dalla Procura ha chiesto di poter effettuare un nuovo sopralluogo sia nell'abitazione di San Sperate in cui viveva la coppia, sia nelle campagne a ridosso della vecchia "Orientale Sarda" dove è rinvenuto il cadavere.
Era già stata la Tac effettuata dopo la scoperta dei resti nel borsone a rivelare una possibile deformazione delle ossa frontali: la scansione era stata effettuata con la sacca ancora chiusa per evitare ogni possibile ogni tipo di contaminazione.
Oltre Demontis, nominato dal pm Marco Cocco che coordina le indagini sul delitto, in sede di esame autoptico erano presenti l'antropologa forense nominata dalla Procura, Giulia Caccia, l'avvocato Gianfranco Piscitelli che rappresenta Andrea Deidda, fratello della scomparsa, e l'antropologa nominata da Piscitelli, Chantal Milani, per Roberta Bruzzone.