Uccisa a 23 anni dal marito a Fano, l’ultima telefonata di Anastasiia alla mamma: “Prendi tu mio figlio”
"Ho paura per la vita di mio figlio, con Moustafa litighiamo sempre, non so cosa possa succedere. Mamma vieni a prendere il bambino, è la soluzione migliore". Sono queste le parole pronunciate da Anastasiia, giovane mamma 23enne di origine ucraina, uccisa a coltellate nella sua casa a Fano nel novembre del 2022 dal marito 43enne Amrallah Moustafa Alashri, che poi l’ha messa in un trolley e l’ha buttata in un campo.
La donna le aveva dette alla madre in una delle ultime telefonate che è stata fatta ascoltare nel corso dell'udienza tenutasi nelle scorse ore in Corte di Assise, in cui l'uomo è accusato di omicidio volontario aggravato nei confronti della moglie. La mamma di Anastasiia in tribunale ha raccontato di essersi raccomandata con la figlia di farsi accompagnare da qualcuno a riprendere i vestiti nel giorno dell’omicidio, consumatosi il 13 novembre 2022.
La mamma della vittima ha chiesto di essere schermata da un paravento per la deposizione. "Non me la sento di guardalo in faccia". Il suo racconto è stato interrotto più volte dalle lacrime. "Mi sono opposta al matrimonio, lui non mi piaceva: diceva bugie e aveva vent'anni di più. Non era un rapporto normale di coppia. Mia figlia desiderava il bambino, ma non so se lui lo volesse", ha detto, aggiungendo: "C’era stata una richiesta di separazione e mia figlia aveva denunciato Alashry per maltrattamenti. Il 13 novembre doveva tornare a casa a prendere dei vestiti per spostarsi a vivere da un amico. Le dissi di farsi accompagnare. Quando tornai in Ucraina non ero affatto tranquilla".
L'uomo però si è difeso, affermando, che quella mattina del 13 novembre aveva litigato con la moglie, lui ha visto che lei aveva qualcosa nella borsa, "era nervosa", poi "Anastasiia ha tentato di accoltellarlo", lui ha provato a parare il colpo, infine ha reagito afferrando un coltello e "ha visto tutto nero". Il legale di Moustafa ha anche fatto richiesta di perizia psichiatrica alla Corte per il suo assistito. La Corte gliel'ha respinta.