Uccide moglie figlio e padroni casa, di cosa è accusato il pensionato Renzo Tarabella
Si terrà domattina alle 9 in tribunale ad Ivrea l'udienza di convalida dell'arresto di Renzo Tarabella, il pensionato di 83 anni che sabato sera ha compiuto una strage a Rivarolo, in Piemonte. L'uomo è ancora ricoverato in prognosi riservata al Giovanni Bosco di Torino: dopo aver sparato al figlio disabile, alla moglie e ai padroni di casa per poi tentare il suicidio: è intubato e sedato con lesioni al massiccio facciale. L'anziano deve rispondere di omicidio plurimo aggravato. Al momento non gli viene contestata l'aggravante della premeditazione. Le indagini sul movente proseguono. "Attendiamo l'esito delle autopsie per ricostruire con certezza tempi e modalità", conferma il procuratore d'Ivrea, Giuseppe Ferrando. Domattina sarà conferito l'incarico per le autopsie al medico legale Roberto Testi.
I biglietti trovati nella casa del massacro
Al vaglio della procura anche due biglietti trovati nella casa dove è avvenuto il massacro, scritti dallo stesso Tarabella, oltre ai tabulati telefonici. Nei biglietti, probabilmente scritti d'impulso dopo la tragedia, il pensionato giustifica il suo gesto con il rancore covato nei confronti della famiglia Dighera. L’ipotesi più probabile al vaglio degli inquirenti è che l’assassino abbia organizzato un incontro con i vicini per parlare di questioni legate all’affitto della casa, ma non è ancora chiaro il motivo per cui a un certo punto abbia tirato fuori la pistola, che deteneva regolarmente, e abbia fatto fuoco.
Le parole della figlia
"Non avevamo più contatti, li avevano solo gli assistenti sociali”. Queste le parole di Graziella, la figlia di Renzo Tarabella, a Repubblica “Ha fatto una strage. Era fuori di testa da un po’, si erano chiusi e allontanati – dice il genero – tutti sapevano che aveva una pistola, era un suo pallino. Era una persona autoritaria ma era da tempo che non avevamo rapporti con loro”.