Uccide la compagna e si infila un scopa nell’occhio in carcere: “L’ho fatto per punirmi”
“Ho fatto tutto da solo per punirmi”. Queste le parole di Alexandru Ianosi, il 35enne romeno, accusato di aver ucciso a coltellate la sua compagna, Lilia Patranjel, ha motivato l'insano gesto compiuto in carcere: si è trafitto l’occhio con una scopa si trova adesso ricoverato nel reparto di rianimazione dell’ospedale dell’Angelo di Venezia, in prognosi riservata. Giovedì 6 ottobre ha dichiarato di sentirsi “devastato dai sensi di colpa“, come riportato da Il Gazzettino.
Ianosi ha ammazzato Lilia, la donna dalla quale ha avuto anche un figlio, nel salotto di casa, a Spinea, e ha subito confessato il delitto al telefono con i carabinieri. Dopo essersi avvalso della facoltà di non rispondere alle domande del gip durante l’udienza di convalida dell’arresto, il 35enne saldatore non ha più parlato con il pm che lo accusa di omicidio volontario aggravato dal legame della convivenza.
Sentendo un servizio al telegiornale, dove veniva chiamato mostro per il delitto della donna, ha ammesso di volersi punirsi con quel gesto estremo, una scopa nell'occhio che lo ha portato in coma per alcuni giorni.
Stando a quanto accertato il 35enne, tra il 22 e il 23 settembre si sarebbe scagliato con violenza contro Lilia Patranjel colpendola con un coltello da cucina: la donna aveva deciso di lasciarlo, esasperata delle violenze, che l'avevano portata a denunciare il compagno, salvo poi ritirare la querela e bloccare l’iter giudiziario.
Due i colpi mortali, tra il torace e il ventre. Altre ferite sono state riscontrate sulle braccia e sulle mani, segno del suo ultimo tentativo di difendersi. Poi ha chiamato i carabinieri, chiedendo loro di raggiungere l’appartamento in via Mantegna: “Venitemi a prendere, ho ucciso la mia compagna”.