Uccide la compagna a coltellate, tenta il suicidio poi esce dal coma e confessa: “Sono stato io”
"Sono stato io, ho avuto un raptus". Ha confessato oggi pomeriggio Paolo Riccone, il 57enne ricercatore di Alessandria, l'omicidio della compagna Floriana Floris, ex agente di commercio di Milano, 49 anni, trovata morta venerdì scorso nell'appartamento in piazza XX Settembre a Incisa Scapaccino, in provincia di Asti.
L'uomo, dopo il delitto, ha tentato il suicidio ingerendo un mix di candeggina e psicofarmaci ed è rimasto per sei giorni in coma farmacologico nel reparto di Terapia intensiva dell'ospedale di Asti. Al suo risveglio i carabinieri lo hanno interrogato e lui ha confessato, non riuscendo però a chiarire il motivo che l'ha portato a compiere quel gesto.
Ha dato però in escandescenze con le infermiere, inducendo la pm Eleonora Guerra a sospendere l'interrogatorio, che verrà ripreso nei prossimi giorni, non appena Riccone, che è al momento indagato per omicidio, sarà in condizioni di riferire con precisione i dettagli di quanto successo. Il suo avvocato difensore Federica Falco chiederà la perizia psichiatrica per dimostrare la sua non capacità di intendere e volere.
Paolo Riccone avrebbe aggredito la compagna circa due giorni prima del ritrovamento del corpo di quest'ultima, nella giornata di mercoledì 7 giugno, e nella casa in cui vivevano insieme da circa due anni, quando lei da Milano si è trasferita da lui. Il 50enne ha poi vegliato il cadavere della donna per giorni prima di tentare il suicidio.
Ad accorgersi per prima di quanto accaduto sarebbe stata la figlia della vittima, che vive e lavora a Milano. La giovane ha chiamato le forze dell'ordine spiegando di non avere notizie della madre da giorni e di non essere riuscita a contattare neppure il suo compagno.