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Uccide il rapinatore che gli è entrato in casa e rischia il processo: è giusto?

Erano in tre, armati e avevano legato e imbavagliato la moglie. Lui ha preso la sua arma, regolarmente registrata, e ha fatto fuoco. Potrebbe non essere legittima difesa, eppure il signore 81enne è una vittima o un criminale?
A cura di Antonio Menna
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Un uomo di 81 anni, l'altra notte, a Roma, ha ucciso uno dei rapinatori entrati nella sua villa. Secondo la ricostruzione erano in tre, armati, hanno legato e imbavagliato la moglie del proprietario, una donna di 77 anni. L'uomo li ha sorpresi mentre fuggivano, ha preso la pistola che deteneva regolarmente, e dice di aver esploso quattro colpi in aria. Uno dei ladri è stato, però, centrato ed è morto nel giardino della villa; gli altri sono fuggiti. L'anziano è stato interrogato e andrà forse a processo. Pare non ci siano i margini per chiamarla legittima difesa. Avrebbe aperto il fuoco su uomini in fuga, che non hanno sparato. Vedremo, ma sono già allibito. E' giusto processare questo anziano signore? Chi armato entra in una casa, e minaccia, lega, imbavaglia chi ci vive, compie un'aggressione inaudita. Se un uomo anziano spaventato, arrabbiato, prende la pistola e apre il fuoco, gli si può dare torto? Per me non è un criminale, è una vittima.  Io sto dalla sua parte.

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Antonio Menna, giornalista, scrittore autore tra gli altri del libro "Se Steve Jobs fosse nato a Napoli".
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