Uccide il padre violento, il giudice: “Dubbi su legittima difesa, forse vendetta”
A poche ore dalla notizia del sì del Ministero alla richiesta di sostenere l'esame di maturità, altre novità emergono nella triste vicenda del ragazzo che ha ucciso il padre violento a Collegno (Torino). Secondo il Gip, il diciottenne che ha ucciso il padre Giuseppe Pompa, avrebbe agito con "inaudita" e "sproporzionata violenza contro il padre, probabilmente più per rabbia/vendetta" che "per indispensabile legittima difesa". Lo scrive il gip Stefano Vitelli, del tribunale di Torino, nell'ordinanza. Altri elementi, che dovranno essere approfonditi nell'indagine, secondo il gip non permettono di affermare con senza alcun dubbio che abbia agito in una "situazione di necessità difensiva proporzionata all'offesa". A. come è noto alle cronache, lo scorso 30 aprile ha aggredito il padre con svariati fendenti, arrivando addirittura a spezzare il coltello nella foga dell'aggressione. Secondo quanto raccontato dal ragazzo e dagli altri familiari presenti, A. avrebbe reagito in difesa della madre, spesso vittima degli accessi violenti del marito.
Dopo l'arresto, il dirigente scolastico dell'istituto superiore frequentato dal ragazzo si è mobilitato per chiedere che possa sostenere l'esame di maturità in carcere, restando sottoposto alla misura cautelare. La richiesta è stata considerata legittima, purché i docenti ammettano il ragazzo – che avrebbe un'ottima media – agli esami. Pronta anche la risposta del ministro dell'Istruzione Lucia Azzolina: "La vicenda di A., il ragazzo diciottenne che per difendere la mamma ha ucciso il padre, ha fatto riflettere tutti. Alex era a un passo dall’Esame di Stato. E lo farà. Come è giusto che sia e come è possibile, nella scuola italiana, grazie a norme inclusive che garantiscono il diritto allo studio, nel rispetto della Costituzione. Come Ministero siamo in contatto con la sua scuola, con l’Ufficio scolastico regionale".