Uccide il padre per difendere la madre, l’avvocata del 19enne Bojan Panic: “È ancora sotto shock”

"È ancora in fase di shock e di elaborazione, quindi saranno fondamentali il supporto psicologico e la tutela per consentirgli di riprendere una quotidianità che lo lasci tranquillo rispetto all'impatto mediatico e alla vicenda giudiziaria".
Lo ha detto l'avvocata Veronica Manca, legale di Bojan Panic, il ragazzo di 19 anni che il 4 aprile a Mezzolombardo, in Trentino, ha ucciso a coltellate il padre, il 46enne Simeun, per difendere la madre Milka.
Il giovane, aggiunge la legale, è stato "assolutamente collaborativo" nel corso dell'interrogatorio davanti davanti al giudice per le indagini preliminari Gianmarco Giua, che si è riservato di decidere sulla convalida del fermo.
Per oltre un'ora Panic ha "risposto a tutte le domande del gip e anche alle precisazioni chieste dal pubblico ministero. Siamo assolutamente a disposizione per chiarimenti e precisazioni".
"Le domande sono state approfondite e hanno scandagliato tutto quello che è successo, da quella sera fino ai giorni immediatamente precedenti, al percorso di vita", ha dichiarato anche la legale.
"Uno degli obiettivi è farlo tornare a studiare, – spiega ancora l'avvocata Manca – ma questa è una sua scelta personale e stiamo valutando anche con la famiglia".
Il 46enne sarebbe stato colpito con almeno quattro coltellate alla schiena, di cui una fatale, come è emerso dai primi risultati dell’autopsia sul corpo. Le ferite sarebbero compatibili con il racconto del figlio.
Dopo aver ucciso il padre, il ragazzo ha atteso l'arrivo delle forze dell'ordine ed è stato arrestato. Poi ha raccontato alle autorità di aver agito per difendere la madre, spesso oggetto di aggressioni da parte del 46enne che aveva problemi con l'alcol. Così la Procura, dopo aver valutato l'assenza di esigenze cautelari, ha scarcerato il 19enne.
"Picchiava la mamma e non ne potevo più. Non mi sono accorto di cosa avevo fatto, volevo ferirlo per difenderla, non uccidere", avrebbe detto il 19enne agli inquirenti, assumendosi le responsabilità del gesto.
Versione confermata anche da Manca. "Era una situazione familiare complessa, con una conflittualità che durava da tempo", ha spiegato l'avvocata alcuni giorni fa.