Uccide il padre e usa i resti come supporto per la tv: condannato
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Nathan Robinson, un ragazzo di 27 anni, è stato riconosciuto colpevole dell'omicidio del padre compiuto nel maggio del 2013 a Bournemouth, un comune di 180mila abitanti del Dorset, contea che si trova a sud-ovest dell’Inghilterra. L’uomo è accusato di aver ucciso il padre e di averlo fatto a pezzi con una sega e altri utensili. Poi il 27enne ha preso i resti del corpo dell’uomo e li ha chiusi in alcune scatole. Quelle scatole che lo stesso Robinson ha usato come arredo, anche come porta televisore. Dopo il brutale omicidio il ragazzo ha ripulito la scena del crimine alla perfezione eliminando tutto il sangue presente nella casa in cui entrambi, padre e figlio, vivevano.
L’imputato avrebbe anche rubato al padre appena ucciso circa 8mila sterline. Il movente sarebbe proprio un vecchio debito che Nathan Robinson aveva col genitore, un debito contratto per terminare i suoi studi di matematica. Inizialmente il giovane ha negato le sue responsabilità, poi alla fine ha confessato dicendo di aver ucciso il padre perché da piccolo aveva subito delle violenze. Quando è stato condannato – scrivono i media britannici – il giovane non ha mostrato alcuna emozione o reazione.