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Uccide il padre a bastonate in preda alle allucinazioni: trovata droga in casa di Michele Fresi

In casa di Michele Fresi, il 27enne che ha ucciso il padre a bastonate lo scorso 28 dicembre, sono state trovate marijuana, Lsd e alcune piantine di cannabis.
A cura di Natascia Grbic
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Marijuana, Lsd e alcune piantine di cannabis: queste le sostanze trovare a casa di Michele Fresi, il giovane di 27 anni che la notte del 28 dicembre ha ucciso il padre ad Arzachena, in provincia di Sassari. Il giovane, che attualmente è detenuto nel carcere di Bancali con l'accusa di omicidio aggravato, resistenza a pubblico ufficiale e lesioni, quella sera era in preda ad allucinazioni causate proprio dall'assunzione di alcuni degli acidi che aveva a casa.

Quella avvenuta stamattina a casa di Michele Fresi è stata la seconda perquisizione in seguito all'omicidio. Un primo sopralluogo è stato fatto dai carabinieri del Ris di Cagliari l'11 gennaio, in cui sono state cercate tracce ematiche. Il secondo è invece avvenuto stamattina, con il sequestro delle sostanze stupefacenti usate anche la sera dell'omicidio. Proprio l'uso delle droghe per la difesa è un aspetto cruciale di quanto accaduto, il segno dell'instabilità psichica e mentale del ragazzo, che da anni faceva uso di acidi. Al momento del fermo, Fresi aveva delle allucinazioni e urlava di essere aggredito dagli alieni. Brandiva un bastone con il quale minacciava le persone in strada mentre accanto a lui giaceva il corpo del padre, ormai esanime.

L'omicidio di Giovanni Fresi risale alla sera del 28 dicembre. Diverse persone avevano chiamato il 112 per segnalare un giovane in strada in stato di alterazione psicofisica: era Michele, soggetto conosciuto nella zona per i suoi problemi con alcol e droghe. Il ragazzo ha rifiutato le cure e il padre è andato a prenderlo. Poco dopo, Michele lo ha aggredito con un bastone, uccidendolo. Quando i carabinieri sono arrivati sul posto ha aggredito anche loro, colpendoli con calci e pugni. Lo hanno fermato con il taser e poi lo hanno arrestato, portandolo prima in caserma e poi in carcere.

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