Uccide il fratello e la cognata a colpi di pistola, poi chiama la polizia: “Screzi legati all’eredità”
È sotto choc la comunità di Paese, in provincia di Treviso, dove ieri Lino Pestrin, 63 anni, e la moglie Rosanna Trento, di 58 anni, sono stati uccisi a colpi di pistola dal fratello di lui, Massimo Pestrin, classe 1972, che da qualche giorno aveva cominciato a lavorare come guardia giurata.
Dopo aver sparato al fratello e alla cognata decine di colpi in un casa di via Monsignor Breda, sede di una azienda agricola, intorno alle 13 mentre erano seduti attorno alla tavola da pranzo, ha chiamato la polizia per raccontare quanto aveva appena fatto. Poi, portato nella caserma dei carabinieri, ha confessato il duplice omicidio. A quel punto, è stato arrestato e trasferito nel carcere di Treviso.
L'arma, legalmente detenuta dal killer, è sotto sequestro ed anche le salme dei coniugi uccisi restano a disposizione dell'autorità giudiziaria in attesa dell'autopsia.
Indagini sono in corso per cercare di ricostruire quanto successo ed in particolare per risalire al movente dei delitti, anche se è molto probabile che sia legato a dinamiche familiari. Secondo alcuni vicini di casa delle vittime, come riporta La Nuova Venezia, c'era all'interno della famiglia Pestrin screzi legati all'eredità.
La coppia gestiva infatti con uno dei figli l'azienda agricola all'interno della quale risiedevano, curando da molti anni, in particolare, un allevamento di bestiame avviato dai genitori di Pestrin, da tempo scomparsi.
Massimo era l'ultimo dei loro 6 figli. "Li abbiamo sempre visti molto compatti", dicono a Paese. Era tornato nella casa di famiglia a fine dicembre 2021, dopo la separazione dalla moglie con cui ha avuto due figli. Ex dipendente in un deposito di medicinali, solo due settimane fa aveva cominciato a lavorare come guardia giurata presso un istituto di vigilanza.