Uccide compare di nozze e poi finge di essere stato avvelenato: 46enne confessa omicidio
E’ ad una svolta l’omicidio di Bruno Lacaria, commercialista 52enne, il cui cadavere è stato trovato ieri in una in un bosco nel territorio comunale al confine fra Brognaturo e Cardinale, nei pressi di Spadola, in provincia di Vibo Valentia. Nella notte infatti i carabinieri della Compagnia di Serra San Bruno hanno arrestato Giuseppe Zangari, 46 anni, concittadino e amico della vittima, che nei giorni scorsi era stato ricoverato all’ospedale di Locri in seguito ad un’intossicazione da pesticida che sarebbe stato costretto a bere – secondo una sua prima versione che non aveva mai convinto i militari dell’Arma – da due individui con il volto travisato e armati di pistola. Una probabile messinscena per sviare l'attenzione.
Il corpo di Lacaria, scomparso lo scorso 8 febbraio, è stato rinvenuto dopo che lo stesso Zangari, compare d'anello della vittima, ha reso ampia confessione indicando la posizione esatta del cadavere in una boscaglia. E’ stato lo stesso commerciante, come evidenziano i media locali, a presentarsi ieri spontaneamente e da persona libera e non indagata in caserma. L’uomo ha così confessato di essere stato l’autore materiale dell’omicidio di Lacaria e ha portato gli inquirenti nel luogo dove era stato occultato il corpo dell’uomo. Zangari era stata l’ultima persona con la quale la vittima avrebbe avuto contatti la mattina della sua sparizione. Il commercialista era stato visto l’ultima volta all’esterno di un bar mentre entrava in un’auto alla cui guida ci sarebbe stato il presunto killer che, il giorno dopo, secondo la versione degli inquirenti, avrebbe ingerito il pesticida per depistare le indagini. Il pm ha quindi disposto nei confronti di Zangari il provvedimento di fermo.