Ubriaco alla guida, uccise sette ragazzi: per Stefan Lechner pena ridotta a 5 anni e 10 mesi
Pena ridotta a 5 anni e 10 mesi per Stefan Lechner, l'uomo che al volante della sua vettura con un tasso alcolemico quattro volte superiore al limite consentito investì un gruppo di ragazzi tra i 20 e 25 anni a Lutago, in Valle Aurina, uccidendone sette. Lo ha stabilito lo stesso Tribunale di Bolzano che in primo grado aveva inflitto al 31enne altoatesino sette anni di reclusione per omicidio stradale, lesioni personali stradali gravi e guida in stato di ebbrezza.
Stefan Lechner infatti ha beneficiato dello sconto di pena previsto dalla riforma Cartabia per chi rinuncia a presentare appello in Tribunale. Tramite i suoi legali, l'uomo ha rinunciato a presentare ricorso in appello contro la precedente sentenza e dunque ha ottenuto uno sconto di pena di un sesto introdotto dalla Riforma della giustizia.
Il giudice ha verificato le condizioni per la riduzione della pena e l’inesistenza di atti impugnatori dell’imputato e del difensore e ha concesso i benefici rendendo però di fatto la condanna di Stefan Lechner a 5 anni e 10 mesi definitiva.
Il tragico investimento risale alla notte tra il 4 e il 5 gennaio 2020 quando l'automobilista di Chienes, sempre in provincia di Bolzano, investì con la sua auto un gruppo di giovani tedeschi che stavano attraversando la strada. Lechner era al volante della sua Audi Tt con un tasso alcolemico quattro volte superiore al limite consentito quando falciò il gruppo di giovani schiantandosi poi contro un muretto.
Per l'episodio l'uomo era stato già condannato lo scorso marzo beneficiando anche dello sconto di pena di un terzo previsto a seguito della scelta del rito abbreviato. A Lechner vennero poi concesse anche le attenuanti generiche con un ulteriore sconto di due anni rispetto ai 10 chiesti dall'accusa. Per i giudici i pedoni si trovavano in vari punti della carreggiata e questo avrebbe "verosimilmente contribuito alla gravità delle conseguenze sotto il profilo dell'entità delle vittime". L'assicurazione dell'imputato aveva già liquidato i dieci milioni di euro complessivi, previsti dal massimale della sua polizza, alle parti civili.