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Tutti vogliono le 600 capre di Alicudi: “Arrivate 1900 richieste, anche dalla Nigeria”

Il bando per donare le capre arcudare è stato un successo tale che ci sono più richieste che animali. Ma il problema del sovrannumero di caprini esiste anche altrove.
A cura di Luisa Santangelo
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Richieste per 1900 caprette, anche se ad Alicudi ce ne sono solo 600. Si può dire che il bando per l'"alienazione gratuita" delle capre dell'isola delle Eolie sia stato un successo. I termini per presentare la domanda sono scaduti il 10 aprile 2024 e, secondo quanto verificato da Fanpage.it, gli allevatori che si sono fatti avanti da tutt'Italia sono 25. E hanno fatto domanda per 1300 animali in più di quelli disponibili. Tanto che, esaurite quelle arcudare, si potrebbe passare a donare le capre di Stromboli e quelle di Vulcano.

Il bestiame eoliano, insomma, è andato a ruba. Dopo tanto penare dei cento residenti – la popolazione umana di Alicudi è sei volte inferiore rispetto a quella caprina -, la soluzione sembra essere a portata di mano. O, quantomeno, a portata di attracco in mare. La regola imposta dal dipartimento dell'Agricoltura della Regione Siciliana, infatti, è questa: che gli allevatori che si siano resi disponibili, e che abbiano tutti i permessi necessari al trasporto di animali in sicurezza, arrivino fino ad Alicudi a ritirare le capre adottate.

L'ordine cronologico

"Sono arrivate richieste da tutte le parti", spiega Riccardo Gullo, sindaco di Lipari, l'entità amministrativa da cui anche Alicudi dipende. "Mi ha scritto anche un ragazzo dalla Nigeria, che voleva sapere di preciso come fare per adottare una capra delle nostre. A un certo punto, mi ha detto che se volevo potevamo anche parlare in italiano. Probabilmente ha vissuto qui per un po', chissà". Il criterio con il quale saranno scelti gli allevatori aggiudicatari degli animali, però, è semplice: l'ordine cronologico delle richieste, fino all'esaurimento dei capi disponibili.

"La graduatoria, poi, rimarrà operativa. Così se si dovesse decidere di alienare anche le capre di Stromboli e Vulcano, dove abbiamo problemi simili ma su superfici più grandi e in aree più popolare, potremo attingere a quell'elenco già fatto", continua Gullo. Qualora le capre continuino a trovarsi in area di riserva naturale, l'alienazione toccherà all'ente gestore, cioè gli uffici di Messina del dipartimento regionale per lo Sviluppo rurale. "Se invece si troveranno in un'area che non è riserva, si occuperà di tutto il Comune di Lipari".

Regalarle per non abbatterle

L'11 aprile, intanto, la Regione Siciliana ha autorizzato l'ente gestore della riserva di Alicudi a procedere con il "Piano esecutivo dell'attività di controllo per l'eradicazione della popolazione di capra domestica inselvatichita". Una formula altisonante che si può semplificare così: è arrivato il via libera alla cattura delle bestie. Almeno l'80 per cento di loro (circa 480 capre) dovrà essere posizionato all'interno di recinti "opportunamente posizionati lungo i sentieri di passaggio delle capre". Poi dovranno subire un prelievo di sangue da parte del personale dell'Azienda sanitaria provinciale veterinaria per garantire che si tratti di animali in buono stato di salute.

Nel "piano esecutivo" si parla anche della possibilità di abbattimento degli animali. Una ipotesi che, rassicurano dall'assessorato regionale, è solo sulla carta: l'uccisione delle caprette è stata esorcizzata grazie, soprattutto, al grande successo dell'avviso pubblico. Ma sarebbe stata in ogni caso l'ultima delle opzioni possibili. Del resto, in un momento storico in cui il bestiame soffre per la mancanza d'acqua, l'uccisione dei caprini eoliani sarebbe stata una scelta improvvida, dicono sempre gli addetti ai lavori.

"Mica era una guerra con le capre"

"L'avere escluso l'abbattimento e salvato tutti questi animali è un grande successo – commenta il primo cittadino di Lipari – Gli allevatori non hanno interesse a eliminarli, dopo avere fatto tanto per venirli a prendere…". Nell'autorizzazione all'eradicazione, comunque, la Regione ricorda all'ente gestore della riserva – cioè agli stessi uffici regionali messinesi – che è necessario "adottare ogni necessaria iniziativa, sia di controllo sia di sensibilizzazione, per evitare che in futuro si verifichino nuovamente abbandoni di animali all'interno dell'area protetta". E che, di conseguenza, tempo un altro decennio il sovrappopolamento caprino torni a essere un problema.

I tempi perché l'operazione di cattura delle capre e ritiro da parte degli allevatori sia conclusa, però, sembrano essere più lunghi di quanto inizialmente immaginato. Potrebbero volerci diversi mesi, e durare perfino ben oltre l'estate 2024. "Stiamo individuando un'area possibile da recintare – aggiunge Riccardo Gullo – Probabilmente sarà nei pressi del porto". Ma se le richieste di adozione non ci fossero state? Che cosa sarebbe successo? "Niente – conclude il sindaco – Non avremmo fatto niente. Ce le tenevamo. Mica eravamo in guerra con le capre".

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